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«Ispirato alla pièce di Maurice Rostand alla base de "L'uomo che ho ucciso" (1932) di Lubitsch, il nuovo film di Ozon è una gemma imprevedibile in bianco e nero sul tema del doppio.» – Il Messaggero
«Un melò ricco di umanità» – La Stampa
«Un delicato, struggente melò attorno alla passione, al perdono e alla follia della guerra, in bianco e nero con i flashback a colori.» – Il Giornale
Germania, 1919. Una giovane donna si raccoglie ogni giorno sulla tomba del fidanzato caduto al fronte. La sua routine è rotta dall'incontro con Adrien, soldato francese sopravvissuto all'orrore delle trincee. La presenza silenziosa e commossa del ragazzo colpisce Anna che lo accoglie e solleva di nuovo il suo sguardo sul mondo. Adrien si rivela vecchio amico di Frantz, conosciuto a Parigi e frequentato tra musei e Café. Entrato in seno alla famiglia dell'uomo, diventa proiezione e conforto per i suoi genitori che assecondano la simpatia di Anna per Adrien. Ma il mondo fuori non ha guarito le ferite e si oppone a quel sentimento insorgente. Adrien, schiacciato dal rancore collettivo e da un rimorso che cova nel profondo, si confessa con Anna e rientra in Francia. Spetta a lei decidere cosa fare di quella rivelazione.
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Nessun dubbio che questo "Frantz" sia un classico bel film francese, raffinato, delicato, nobilmente pacifista nel raccontare il rapporto di un soldato francese con la famiglia e la fidanzata di un soldato tedesco da lui ucciso, subito dopo la prima guerra mondiale. Se però lo si confronta con l'originale (poiché il film altro non è che il remake di "L'uomo che ho ucciso" di Lubitsch, del 1932), si vede subito la differenza tra un'epoca che bene o male pensava in grande (gli anni Trenta americani) e una che pensa in piccolo (la nsotra): Lubitsch riuscì nel miracolo di realizzare un melodramma con lo stile di una commedia; e non si accontentava di essere nobilmente pacifista, era anche coraggiosamente militarista. Altri tempi, davvero; e altri registi, pur con tutto il rispetto per il bravo, corretto, elegante Ozon. Ma del capolavoro di Lubitsch non c'è oggi una sola edizione in circolazione...
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