Il crepuscolo degli chef. Gli italiani e il cibo tra bolla mediatica e crisi dei consumi

“Il crepuscolo degli chef, il cibo fra bolla mediatica e crisi dei consumi” descrive il fenomeno mediatico intorno al mondo del cibo, descrivendolo come il sintomo principale di una crisi economica ancora in atto. Il libro effettua un percorso storico interessante e abbastanza inedito effettuando una critica gastronomica non solo relativa al piatto o al pasto. Per Paolini gli chef sono la metafora che rappresentano la punta dell’iceberg del fenomeno che riguarda il cibo. Perché la realtà è che in realtà il valore economico di questo settore vede da un lato un calo dei consumi dal 2007 in poi, con ritorno ai consumi di 25 anni fa (sia il fuori casa che il familiare non sono cresciuti ma addirittura sono abbassati). E dall’altro addirittura la chiusura di molti locali che somministrano cibo e contemporaneamente la comparsa come funghi di fast food e locali che servono cibo spazzatura. A dispetto delle novità, dei veri ristoranti, ossia quelli che vendono vero cibo, sono invece moltissimi i ristoranti che chiudono. Parallelamente a questo vediamo programmi televisivi, tipo “Masterchef” e simililari, milioni di foto di cibo su Instagram, migliaia di blog sul cibo e migliaia di siti dedicati. E dunque tutti pensano che il cibo sia oggi un fenomeno anche economico oltre che mediatico. La realtà comunque è ben diversa! Anche a livello editoriale, dopo qualche anno di crescita dei volumi dedicati al cibo ed alle ricette in genere, si stanno riducendo anche gli scaffali dei libri dedicati al cibo: è sufficiente guardare come si sono ridotte le librerie all’interno degli Eataly. Insomma il fenomeno viene pensato in termini economici ma non in realtà è solo un miraggio, una vera e propria allucinazione mediatica. Guardate, i cuochi oggi cinquantenni (o anche di più) a loro modo hanno recepito dalle nuove correnti che hanno attraversato. Le nuove generazioni che hanno fatto molti stage all’estero invece non hanno ancora potuto vivere un’esperienza personale. I precedenti hanno avuto tempo e modo di rielaborare, di fare proprio quello che hanno imparato, i giovani, invece, non lo hanno avuto e hanno. I giovani parlano molto della teoria, mentre i vecchi parlano delle loro esperienze. L’autore comunque risalta come oggi in Italia il cibo sembra un fenomeno più mediatico che economico. Se andiamo a vedere bene, tutti oggi parlano di cibo. Il libro è originale, nel senso che ha la capacità di relazionare il cibo al modo di vivere delle masse, un libro da leggere anche se a me non ha entusiasmato molto, ma se amate la contrapposizione che vi ho descritto potete provare questa lettura.