Il Salvatore

"Il Salvatore" di Lorenzo Ciotti si pone come romanzo giallo-poliziesco ambientato nel classico periodo Vittoriano londinese. I fatti vengono narrati sul finire dell'anno 1890. Il periodo in cui opera anche lo Sherlock Holmes di Doyle, ma questo romanzo non ne segue le caratteristiche peculiari; non siamo di fronte al solito giallo semplicisticamente deduttivo. Nel libro del giovane scrittore Spoletino vengono trattate altre tematiche complesse che usciranno poi alla ribalta con l'inizio del nuovo secolo. Andando per ordine: mancano pochi giorni al Natale 1890 e Londra è di nuovo sotto la minaccia di uno spietato killer assassino che sembra seguire ad ogni omicidio un iter ben specifico, anche se ignoto è il movente e la scelta delle vittime. Sulla città cala il panico e sulle tracce del temuto assassino c'è il celebre Ispettore di Scotland Yard John Carbon assistito dal giovane ispettore Thomas Renfield. Nonostante gli sforzi dei due poliziotti l'assassino sembra avere sempre una mossa di anticipo su questi. Gli indizi porteranno a scoprire il collegamento tra le vittime, ma il movente e la vera identità del macellatore rimarranno ignote per tutta la trattazione. Il linguaggio risulta semplice; questo se da un lato può portare a storcere il naso a chi cerca un libro più filosofico e complesso dall'altro permette di divorare pagine e pagine senza dover mai alzare lo sguardo; anzi il desiderio di arrivare fino alla fine è alto e la trattazione non risulta mai noiosa. Di conseguenza il linguaggio leggero lo rende un libro adatto a qualsiasi tipo di pubblico. Linguaggio semplice non vuol dire mancanza di idee e di temi rilevanti (come accennato all'inizio) . Il giallo in realtà nasconde argomenti complessi riguardanti soprattutto la psicologia umana, il forte contrasto all'interno delle persone tra bene e male, giustizia e crimine. Quanto è davvero difficile capire la psiche umana, il forte contrasto che ognuno di noi si porta dentro, sono tutti argomenti che richiamano in qualche modo il grande lavoro che Freud avrebbe cominciato qualche anno più tardi, ma alla data dei fatti non vi era ancora una vera scienza in grado di descriverli ed esaminarli. Freud non è l'unica citazione nascosta: il non sapere riconoscere il bene e il male, gli amici dai nemici fa pensare alle maschere che ognuno di noi presenta in pubblico, richiama il fatto di quanto sia difficile guardare dentro una persona. Pirandello docet. Come se non bastasse anche lui affascinato dalle teorie di Freud. Importanti sono anche le note storiche che lo scrittore rivela ogni volta che si parla delle costruzioni che hanno resa celebre la città di Londra. Le informazioni che ci da aiutano ad avvicinarsi e farci conoscere meglio la metropoli inglese. In definitiva quello del giovane scrittore spoletino risulta davvero un bel libro. La necessità di indagare su degli strani omicidi in realtà nasconde la necessità di indagare e capire bene se stessi. Una volta finito verrebbe voglia di rileggerlo da capo per ritrovare tutti quei particolari ai quali durante la lettura si dava poco peso (forse perchè puramente descrittivi) , ma che si riveleranno delicati e importanti a fine libro.