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Nationality Letteratura: Italia
Gli arancini di Montalbano
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Gli arancini di Montalbano - Andrea Camilleri - copertina
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arancini di Montalbano

Descrizione


"Quando Montalbano incornava su una cosa, non c'erano santi." Il narratore che da anni ci racconta le storie del commissario di Vigàta lo sa bene. Una parola stonata, un gesto incontrollato, un dettaglio incongruo bastano a mettere in moto la macchina delle sue indagini. Così, da un'impercettibile crepa nella "normalità", prendono avvio anche queste storie, in cui Montalbano si imbatte nei crimini e nei criminali più eterogenei e insoliti: vecchie coppie di attori che recitano, nel segreto della camera da letto, un funereo copione; insospettabili presidi in pensione che raggirano generose prostitute; mogli astutamente fedeli che ordiscono crudeli vendette ai danni dei loro tronfi mariti... Lasceremo Montalbano a Capodanno, colpito da una "gran botta di malinconia" dopo l'ennesima "azzuffatina" con l'eterna fidanzata Livia e confortato solamente dagli arancini della cammarera Adelina, "celestiale bontà" e conclusione saporosissima di una nuova serie di indagini del commissario.
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Dettagli

2014
Tascabile
344 p., Brossura
9788804645177
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Indice


Le prime frasi del romanzo:

La prova generale

La nottata era proprio tinta, botte di vento arraggiate si alternavano a rapide passate d'acqua tanto malintenzionate che parevano volessero infilzare i tetti. Montalbano era tornato a casa da poco, stanco perché il travaglio della jornata era stato duro e soprattutto faticante per la testa. Raprì la porta-finestra che dava sulla verandina: il mare si era mangiato la spiaggia e quasi toccava la casa. No, non era proprio cosa, l'unica era farsi una doccia e andarsi a corcare con un libro. Sì, ma quale? A eleggere il libro col quale avrebbe passato la notte condividendo il letto e gli ultimi pinsèri era macari capace di perderci un'orata. Per prima cosa, c'era la scelta del genere, il più adatto all'umore della serata. Un saggio storico sui fatti del secolo? Andiamoci piano: con tutti i revisionismi di moda, capitava che t'imbattevi in uno che ti veniva a contare che Hitler era stato in realtà uno pagato dagli ebrei per farli diventare delle vittime compatite in tutto il mondo. Allora ti pigliava il nirbùso e non chiudevi occhio. Un giallo? Sì, ma di che tipo? Forse era indicato per l'occasione uno di quelli inglesi, preferibilmente scritti da una fìmmina, tutto fatto di intrecciati stati d'animo che però dopo tre pagine ti fanno stuffare. Allungò la mano per pigliarne uno che non aveva ancora letto e in quel momento il telefono sonò. Cristo! Si era scordato di telefonare a Livia, certamente era lei che chiamava, preoccupata. Sollevò il ricevitore.
"Pronto? È la casa del commissario Montalbano?"
"Sì, chi parla?"
"Genco Orazio sono."
E che voleva Orazio Genco, quasi settantenne ladro di case? A Montalbano quel ladro che in vita sua non aveva mai fatto un gesto violento stava simpatico e l'altro questa simpatia la sentiva.
"Che c'è, Orà?"
"Ci devo parlari, dottore."
"È cosa seria?"
"Dottore, non ce lo saccio spiegare. È una cosa stramma, che non mi persuade. Ma vossia è meglio se la sa."
"Vuoi venire a casa mia?"
"Sissi."
"E come vieni?"
"Con la bicicletta."
"Con la bicicletta? A parte che ti pigli una purmonìa, tu arrivi qua che è già matino."
"E allora come facciamo?"
"Da dove mi stai chiamando?"
"Dalla gabina che c'è vicino al monumento ai caduti."
"Aspettami lì, almeno ti ripari. Piglio la macchina e tra un quarto d'ora arrivo. Aspettami."

Arrivò con tanticchia di ritardo sul previsto perché prima di nèsciri aveva avuto una bella pensata: riempire un thermos di caffè bollente. Assittato allato al commissario dintra la macchina, Orazio Genco se ne scolò un intero bicchiere di plastica.
"Di freddo mi ero pigliato."
Fece schioccare la lingua, beato.
"E ora ci vorrebbe una bella sigaretta."
Montalbano gli pruì il pacchetto, gliela accese.
"Serve altro? Orà, m'hai fatto correre fino a qua perché avevi gana di un cafè e di una sigaretta?"
"Commissà, stanotte ero andato ad arrubare."
"E io t'arresto."
"Commissà, dico meglio: stanotte avevo intinzioni di andare ad arrubbare."
"Hai cangiato idea?"
"Sissi."
"E perché?"
"Ora ce lo conto. Fino a qualche anno passato io travagliavo nelle villette a ripa di mare, quando i proprietari se ne andavano perché veniva il malottempo. Ora le cose sono cangiate."
"In che senso?"
"Nel senso che le villette non sono più disabitate. Ora la gente ci sta macari d'inverno, tanto con l'automobile vanno dove vogliono. E accussì pi mia è diventato lo stesso arrubbare in paìsi o nelle villette."

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Libro consigliatissimo per chiunque voglia avvicinarsi per la prima volta al mondo di Montalbano. Le trame dei racconti sono tra "realtà e finzione" ed in molte si possono riconoscere le storie raccontate dalla fiction del Commissario Montalbano. Camilleri ha la dote naturale di far calare il lettore nella realtà siciliana, fatta di suoni, odori e soprattutto sapori. Il tocco di classe è sicuramente l'uso di alcune espressioni dialettali (che comunque non ostacolano la comprensione, anzi). Semplicemente (anche per via del prezzo irrisorio), acquistatelo!!

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Recensioni: 5/5

Leggere un libro di Camilleri è sempre un'avventura fantastica nella sua terra, la Sicilia: terra di controsensi, ironia e piena di odori. L'autore grazie al suo commissario, il commissario Montalbano, riesce a far rivivere al lettore la sua terra, con i suoi profumi e scenari unici inimitabili. Il suo stile scorrevole, unico, con quell'accenno di dialetto però di facile comprensione. Si rivela una lettura piacevole e mai monotona, con un finale sempre inaspettato. E poi in questo libro fa venire una fame di arancini!!

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PAOLA URSINO
Recensioni: 5/5

Rivedi il film tv su carta stampata!!! Divertente, sagace... in una parola sola:LEGGETELO!

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Recensioni

4,75/5
Recensioni: 5/5
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Conosci l'autore

Andrea Camilleri

1925, Porto Empedocle (Agrigento)

Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri ha vissuto per anni a Roma.  Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura".  S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio...

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