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Anno edizione: 2019
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«Storie di cacciatori, lupe, bebè e procuratori. In sei pillole tutta la grandezza di Cechov» - Il Venerdì
Attento osservatore degli umili e degli esseri più semplici e puri, Anton Cechov fu uno dei maestri insuperati dell’Ottocento. In questa raccolta incontriamo pesci innamorati e cacciatori sperduti nelle tundre, una lupa non più giovane e bambini fumatori di sigarette, dubbiosi procuratori imperiali e molti altri ritratti. Racconti mirabili in cui si ritrovano le migliori doti di Cechov ‒la finezza descrittiva e la delicatezza delle figure, la velocità dei dialoghi e il sottile umorismo ‒, che rendono i suoi lavori una pietra miliare nell’arte della narrazione breve.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una raccolta di sei raccontini con protagonisti non sempre "umani" (nel primo l'azione è mossa da un pesce, in un altro da una lupa), ma umili e che coi loro difetti ci parlano da pari. Il primo racconto è quello che dà il titolo alla raccolta e ci presenta un pesce (l'unico in quello specchio d'acqua) innamorato di una ragazza. Disperato per l'impossibile sentimento, decide di perire per mano dell'amata, ma il tentativo fallisce e l'animaletto impazzirà, con una conseguenza imprevedibile e ironicissima. In "Verocka" forse Cechov muove una critica alla burocrazia di funzionari russi, così persi nei loro studi e sulle loro "sudate carte" da non accorgersi di ciò che si muove appena sotto il pelo della quotidianità e che non hanno i benché minimi mezzi emozionali per affrontarlo. "Il primo odio" vede la nascita di questo sentimento che può rivelarsi persino più duraturo dell'amore. "Grisa" vede protagonisa un bimbetto do du anni e mezzo, incapace di eprimersi e formulare pensieri complessi, il quale appunto non comprende il mondo in cui per la prima volta si ritrova ad uscire con la bambinaia. In "Testabianca" all'aziona partecipano una vecchia lupa ed un cucciolo di cane, mentre il contributo umano è marginale e dimostra che spesso siamo incapaci di capire cosa ci circonda. L'ulitmo bozzetto vede un padre vedovo alle prese con il suo bambino, incapace di comprendere il punto di vista del piccolo, ma conscio della sua mancanza. La sua riflessione finale ci mostra le convenzioni di cui... per convenzione... siamo schiavi e a cui siamo costretti a soggiacere. Una serie di brevi racconti che non conoscevo e che, nella loro freschezza e immediatezza, mi hanno strappato più di un sorriso e mi hanno comunicato qualche sfaccettatura della poetica di un grande maestro.
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