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Il giorno che durò vent'anni. 22 ottobre 1922: la marcia su Roma
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Tutti i formati ed edizioni
Brossura
Anno edizione: 2018
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Come manganelli, olio di ricino e opportunismi fecero sì che il leader di un piccolo partito conquistasse il timone di una nazione intera.
«La rivoluzione è incominciata. Tra poche ore le squadre armate fasciste saranno qui»
Il 28 ottobre 1922, un sabato molto piovoso, Benito Mussolini scatena l'insurrezione armata: le sue camicie nere marciano su Roma per conquistare il potere con le armi. L'iniziativa sembra risolversi però in una cocente sconfitta: il governo approva lo stato d'assedio e parte un ordine d'arresto per i promotori del colpo di Stato. E allora, come è possibile che il capo degli insorti sia diventato poi il nuovo capo del governo? La risposta sta tutta negli eventi delle fatidiche ventiquattro ore di quello che diventerà il «giorno zero» dell'era fascista, mitizzato per i vent'anni a venire. Antonio Di Pierro lo ripercorre in presa diretta.
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In commercio dal:
30 ottobre 2018
Pagine:
325 p., Brossura
EAN:
9788867995264
Indice
Presentazione
I. Comincia l'insurrezione
II. Appello agli italiani: «Basta violenze»
III. Il primo ministro a rapporto dal re
IV. Un generale sotto accusa
V. Facta: «Resisteremo alla rivolta»
VI. Il governo riunito al Viminale
VII. Approvato lo stato d'assedio
VIII. «Arrestare i capi della sedizione»
IX. Divelti i binari per bloccare i fascisti
X. Gli insorti in trappola a Perugia
XI. Il re non firma lo stato d'assedio
XII. Facta si dimette
XIII. Gli industriali da Mussolini
XIV. Al Quirinale iniziano le consultazioni
XV. De Vecchi e Grandi a Roma
XVI. Giolitti bloccato in Piemonte
XVII. Un capo dei rivoltosi dal re
XVIII. Mussolini vuole tutto il potere
XIX. L'incarico a Salandra
XX. Due morti vicino a Roma
XXI. Terzo blocco ferroviario
XXII. Il re chiama Mussolini
XXIII. «Evitare spargimento di sangue»
XXIV. Via libera a Salandra dai fascisti ai romani
XXV. Venerdì 17 novembre 1922: il governo Mussolini ottiene la fiducia
Il destino dei protagonisti
Fonti
I. Comincia l'insurrezione
II. Appello agli italiani: «Basta violenze»
III. Il primo ministro a rapporto dal re
IV. Un generale sotto accusa
V. Facta: «Resisteremo alla rivolta»
VI. Il governo riunito al Viminale
VII. Approvato lo stato d'assedio
VIII. «Arrestare i capi della sedizione»
IX. Divelti i binari per bloccare i fascisti
X. Gli insorti in trappola a Perugia
XI. Il re non firma lo stato d'assedio
XII. Facta si dimette
XIII. Gli industriali da Mussolini
XIV. Al Quirinale iniziano le consultazioni
XV. De Vecchi e Grandi a Roma
XVI. Giolitti bloccato in Piemonte
XVII. Un capo dei rivoltosi dal re
XVIII. Mussolini vuole tutto il potere
XIX. L'incarico a Salandra
XX. Due morti vicino a Roma
XXI. Terzo blocco ferroviario
XXII. Il re chiama Mussolini
XXIII. «Evitare spargimento di sangue»
XXIV. Via libera a Salandra dai fascisti ai romani
XXV. Venerdì 17 novembre 1922: il governo Mussolini ottiene la fiducia
Il destino dei protagonisti
Fonti
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