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Non solamente perché ricorre il secondo centenario della morte di Aurelio Bertola (1753-1798) è stata ristampata la monografia di Antonio Piromalli edita nel 1959. Il Bertola è uno spaccato di tutto il secondo Settecento in quanto rappresenta le componenti arcadiche (il colmo dell’Arcadia frugoniana), illuministiche, della Massoneria, del gessnerismo. L’abate riminese è rappresentante anche del nuovo per il suo cosmopolitismo e i suoi viaggi sul Reno, in Svizzera, in Austria, in Germania, per i suoi studi sulla «bella letteratura alemanna» e le traduzioni dal tedesco, per la sua presenza nei più famosi salotti italiani, da Napoli a Bergamo, Verona, Venezia: a Venezia, nel salotto di Isabella Teotochi conobbe l’adolescente Ugo Foscolo che gli dedicò il suo primo componimento, l’ode «Alla campagna». L’ultimo Bertola è rivoluzionario, giacobino, prepara un piano di pubblica istruzione per l’Emilia e sta per fondare un giornale democratico filofrancese quando viene colto dalla morte.
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