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«Ho visto Napoleone dieci volte a cavallo e una sola a piedi, e credo sia saggio da parte sua mostrarsi alle truppe in sella, giacché la sua figura se ne giova parecchio. Con quella grossa testa rotonda, le spalle curve e il volto ben sbarbato, sembra più un professore della Sorbona che il primo soldato di Francia. È una questione di gusti, certo, ma a me pare che se potessi assestargli un bel paio di favoriti da cavalleggero come i miei non gli arrecherei alcun danno».
Intrepido, spavaldo, vanesio, fascinoso, Etienne Gerard, brigadiere degli ussari al servizio di Napoleone, è lo spadaccino più valente, il cavaliere più consumato e l’eroe più amato dalle donne che mai abbia servito nelle file dell’esercito di Francia. O almeno tale si ritiene, e come tale si racconta, una volta appesa al chiodo la spada e con un bicchiere di vino in mano, in questa serie di avventure che si dipanano dagli anni del pieno fulgore dell’impero napoleonico a quelli finali della sconfitta e dell’esilio. A fare di Gerard un personaggio irresistibile è la sublime arguzia di Sir Arthur Conan Doyle – sì, esattamente il padre di Sherlock Holmes – il quale gli cuce addosso i panni di un eroe tanto valoroso quanto ingenuo e avventato, tanto affascinante quanto spocchioso, tanto dal cuore grande quanto dall’ingegno evanescente. Niente di meno che il più tipico spaccone di Francia, ritratto da una delle più brillanti penne d’Inghilterra. Ne nascono le eroicomiche vicende di un personaggio che racchiude in sé tutti gli stereotipi affibbiati dagli inglesi ai cugini d’Oltremanica, ma a cui Conan Doyle vuole un gran bene, spingendo i suoi lettori ad amarlo incondizionatamente. A dispetto della sua buffa prosopopea e della sua gaia ingenuità, Gerard riesce sempre a portare a termine missioni impossibili, e a prevalere su tutto e tutti. «Elementare, mio caro imperatore», sembra dire il brigadiere, parafrasando Watson, il compagno d’avventure dell’altra più nota creatura del genio di Conan Doyle. Al pari delle storie dell’investigatore, quelle del brigadiere comparvero inizialmente a puntate su rivista tra il 1894 e il 1903. Il successo fu enorme, grazie a quella miscela di humour ed exploit, intrighi e colpi di scena, amori e galanterie, che ne fanno ancora oggi una lettura capace di deliziare gli amanti di Conan Doyle e tutti gli appassionati della letteratura d’avventura. Un lettore d’eccezione come Michael Chabon ha potuto affermare: «Nelle avventure del brigadiere Gerard, ancor più che nelle celeberrime storie di Holmes e Watson, si scopre la mano di un impareggiabile maestro».
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