Le prime frasi del libro:
c.c.
chi è c.c.?
L'incriminazione della vostra cronista ha messo sottopra una parte della Milano benpensante, insieme alla notizia del processo per direttissima (preludente forse alla fucilazione nella schiena?). Così che alcuni, dopo la notizia sui giornali, apparivano come atterriti dalla sua apparizione in pubblico: ancora a piede libero, la bomba che l'avrà nella borsetta? Ma come mai compera ancora il prosciutto? Questa volta Indro ha superato se stesso, e la mamma dov'è? (forse già deportata?). Scompiglio da Mario Petris, ma perché va ancora dal parrucchiere? È possibile che come noi anche lei si faccia portar da leggere "Eva Express"?
Naturalmente non va sempre così, perché, per strada, lei incontra anche amici di fresca e vecchia data, sconosciuti che la fermano per dirle la loro solidarietà; insieme a gente che mette fuori la testa dalla macchina, additandola ai figli che tornano da via Spiga, "è la Camiila, è la Cederna, le fanno il processo, le han fatto il processo, ieri sera era al ristorante, to', ha su un golf come quello della zia Matilde". Stupore, incredulità, semaforo verde e via.
Inutile star lì a fare il resoconto dei moltissimi messaggi d'amicizia: più interessante di gran lunga far l'elenco, fra i ritagli dell'"Eco Stampa", dì quelli apparsi sui giornali fascisti, parafascisti, comunque stolidi, che han deplorato tutte le sue campagne di questi anni, che credono Valpreda colpevole, Pinelli suicida, i missini innocenti. Seguono dunque degli stralci, perché attraverso tali gazzette, i lettori del "Lato debole" si facciano un'idea, se prima non ce l'avevano, di chi lo redige.
"Donna elegante e raffinata" (meno male), "scrittrice spiritosa e intelligente" (di bene in meglio), "sofisticata e piuttosto snob" (ahi, si comincia), "dotata di disinvoltura signorile" (complimento che fa sempre piacere), "che si abbiglia in via Monte Napoleone" (mica tanto vero) e con tutto ciò "impostasi come alleata della più moderna anarchia", perciò "folgorata come san Paolo sulla via di Damasco", nonostante la sera sia sempre "inguainata in laminé d'argent" (sic per laminé).
Avanti dunque; la si definisce "una sorta di champagne tendente alla superficie, ora impegnata in una sua politica", "donna schizoide, irrequieta e patetica", "il nuovo Zola dell'anarchia", che "sparge fra i cittadini i germi del sospetto", "una radicale-bene con tendenze sovversive", "una barricadiera blasée", "una esponente maoista che si veste in boutique", "una profetessa della contestazione che crede d'essere la pubblica opinione", e, in fatto di rima e di inesattezze, ecco una specie di limerick alla Lear: "una signora poco austera che vive con una cameriera in un albergo di via Brera".
Ahimè, andando avanti però peggiora il tono; la vostra cronista la chiamano "la maga Circe di uno zitellaggio malsopportato", "la grande mitomane dei nostri giorni", "una scrittrice di cui seguiamo da anni la parabola discendente" (e chi la segue? l'"Ordine" di Como), "una sedicente personalità della cultura", "sa Dio cosa non ha sotto la spinta delle amare inquietudini del suo stato di nubile esasperato dal sinistrismo"; in fondo "meglio che torni alle cronache mondane, in cui eccelle la matura signora", quindi: "ma chi è questa Cederna? questa carneade ignota ai più, una mezza calzetta del giornalismo radicaloide?" e ancora (mai illudersi sul vecchio adagio imparato a scuola, sul lusinghiero fama volat, "chi l'ha mai sentita nominare? Ma da dove vien fuori? Tornì al buio dell'anonimato". Amen.
Un'unica eccezione al massacro: una vignetta intitolata: "Polemiche da K.O." in cui si vedono Montanelli e Cederna sul ring, e Cederna che stringe il Grande alle corde, mentre Loi e Benvenuti commentano giù dalla pedana: "Montanelli è molto elegante nello stile!" dice Loi, mentre Benvenuti, da tecnico consumato: "Però Camilla Cederna ha un uppercut alla Monzon!" (l'amabile "Guerin Sportivo").