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Anno edizione: 2019
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L'età del malessere si inserisce a pieno nella produzione letteraria del dopo guerra e dunque nel disagio che pervade gli anni '50 e che giunge sino alla prima metà degli anni '60. In questo periodo il romanzo, inteso quasi nel senso romantico del termine, cede il posto al "reportage". Le esperienze vissute, la dura realtà che ha repentinamente coinvolto la gente, ha reso l'uomo a volte protagonista a volte spettatore di un metateatro che lo coinvolge e lo rende oggetto della rappresentazione stessa. In questo stato di cose, lo scrittore non può far altro che descrivere ciò che accade,la realtà, mettendo da parte qulsiasi forma di enfasi letteraria e retorica, per concentrarsi soltanto sui rapporti che intercorrono tra uomo e uomo, tra uomo e presente. Questo lo scenario che accompagna la prima produzione di Dacia Maraini (L'età del Malessere, La vacanza)e che risente fortemente dei motivi essenziali dell'esperienza moraviana. Primo fra tutti il problema dell'incomunicabiltà, fortemente presente in questo romanzo, e che ciascun personaggio risolve a suo modo. Incomunicabilità nei confronti di un presente che sembra non appartenere più alla gente poichè incomprensibile ai loro occhi. "Tornai a chinare gli occhi sul giornale illustrato. Leggevo le frasi e tornavo a rileggerle senza comprenderne il significato". I giornali, dunque, simbolo della quotidianeità, si riducono ad una sterile raccolta di immagini, il cui senso resta indecifrabile. Queste le parole affidate alla protagonista, Enrica, una ragazza di diciassette anni, che vive a pieno il torpore grigio di quegli anni, l'immobilismo, il sonno che ne invade e pervade le membra. La condizione della ragazza è esplicitata dalle sue stesse parole: "si aggrappava come un naufrago a un rottame". Enrica, e più in generale l'uomo, rappresenta un naufrago abbandonato alle intemperie del mare aperto della vita, e che cerca di aggrapparsi ad un qualcosa che gli permetta di restare a galla. Per Enrica il rottame è rappresentato dal sesso, il solo appiglio che le permetta di sopravvivere. Tuttavia anche i rapporti sessuali sono pervasi da quella sonnolenza che grava su tutti i personaggi e su tutte le cose. Continuando la metafora del naufrago e del rottame, ognuno cerca di sopravvivere aggrappandosi a qualcosa. Chi si abbandona al lavoro (la madre di Enrica), chi comeil padre trova scampo nelle sue manie, nelle sue ossesioni, costruendo invendibli stravaganti gabbie per uccelli. Prima di concludere, per esplicitare meglio "la condizione di incomunicabilità" che vivono i protagonisti di questo romanzo, bisogna far riferimento anche all'incomunicabilità che intercorre, non solo tra uomo e presente, ma anche tra uomo ed uomo. Questo si evince dai difficili e spesso incomprensibili rapprorti tra i personaggi e soprattutto dai dialoghi, fatti di frasi brevi e frammentarie, da periodi interrotti e sospesi. La sensazione che ne risulta, infatti, è quella di trovarsi dinnanzi ad un copione, i cui attori cercano a fatica di riprodurre e impersonare una parte loro assegnata, prescindendo dal loro volere.
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