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In questo volume l’A. intende esaminare il mutamento del paradigma interpretativo dell’esperienza religiosa avvenuto nel pensiero filosofico e teologico tra Otto e Novecento. L’interpretazione del fenomeno religioso mediante la sua identificazione con una visione metafisica della realtà ha progressivamente ceduto il passo di fronte all’esigenza di ripensare l’esperienza religiosa in termini non metafisici ma storici. Il sorgere di tale esigenza e il progressivo strutturarsi del paradigma interpretativo del “pensiero storico” è analizzato prendendo in esame le posizioni dei filosofi che maggiormente hanno contribuito a determinare questo sviluppo, sia nell’ambiente intellettuale della ragione illuminista sia nell’età della ragione storica. Lo scopo dell’A. non è, ovviamente, quello di operare una puntuale ricostruzione storica del pensiero dei singoli autori ma piuttosto quello di seguire le tracce di un percorso intellettuale lungo e complesso. Si tratta di un volume che può quindi essere inserito a pieno titolo nel filone della storia delle idee. L’A. si inoltra su sentieri filosofici (non a caso il sottotitolo del libro) sempre affascinanti, imprevisti, a volte poco conosciuti o addirittura misteriosi. Tuttavia in questo lungo viaggio il lettore non ha mai l’impressione di perdersi e in ogni momento ha la sensazione di sapere dove questo percorso alla fine lo porterà. Infatti la direzione complessiva dell’intero movimento è già chiaramente delineata nell’introduzione: “Il superamento del paradigma metafisico non può implicare la sua pura liquidazione, ma il tentativo di verificare se l’intenzionalità propria del discorso della metafisica possa essere ripresa e proseguita con altri mezzi”. Quale sia questa intenzionalità da preservare è esplicitato con grande chiarezza. Se il paradigma metafisico, a causa della pretesa atemporalità delle verità da esso proclamate, ha il difetto di rendere quasi impossibile il confronto con la modernità e di complicare enormemente la relazione con l’altro, esso tuttavia ha il pregio di non appiattirsi sulla realtà, di rifiutare un’interpretazione positivistica del mondo e di ricercare comunque il fondamento delle cose. Il paradigma del pensiero storico, al contrario, inserisce l’esperienza religiosa nel cuore della realtà storica con la quale è pertanto in grado di instaurare un fecondo dialogo e tuttavia corre il rischio di appiattirsi su tale realtà. Come il concetto di sostanza per la metafisica tradizionale, così la naturalizzazione della storia rappresenta per l’approccio storico un pericolo mortale e lo porta immediatamente nelle contraddizioni del relativismo o nelle aberrazioni del fondamentalismo. Il concetto di trascendenza storica in tal modo diventa la chiave di volta che ci permette di entrare nel “cuore della religione” e di conservare una percezione della vita come realtà insondabile, come mistero. Con grande perizia storica l’A. cerca la traccia di questo movimento in tutti i pensatori esaminati. A volte si tratta di un’orma appena percettibile a volte di una affermazione sorprendentemente chiara. La caccia comunque è sempre appassionante e vale la pena di essere seguita fino alla fine. Liberato dalle ristrettezze di un approccio puramente conoscitivo e restituito alla sua dimensione originale di creatore di senso, il fenomeno religioso recupera le sue caratteristiche di evento capace di investire l’intera esistenza e di coinvolgere nel profondo le più intime strutture della personalità. L’approccio al fenomeno religioso presentato nel libro, oltre all’indubbio valore teorico e alla ricchezza della documentazione storica, ha infine il grande pregio di rappresentare un fecondo punto di vista per esaminare con un occhio nuovo molti dei temi di attualità nel dibattito contemporaneo: il relativismo. il fondamentalismo religioso, il ruolo della religione nelle società moderne, la società interculturale e il rapporto con l’altro. Il volume pertanto finisce per rappresentare un approccio interessante non solo al fenomeno religioso ma anche alle problematiche della modernità.
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