Hôtel del ritorno alla natura

Lo sguardo acuto di Simenon indaga il rapporto dell'uomo con la natura allo stato selvaggio, incontaminato: una natura in apparenza innocente e a cui i protagonisti si rivolgono nella speranza di ritrovare la propria innocenza perduta. La domanda che l'autore si pone è proprio questa: è possibile recuperare, lontano dalla civiltà industrializzata e dalla vita urbanizzata a cui siamo abituati da secoli, la purezza e la semplicità che un tempo forse ci caratterizzavano? L'interrogativo ne scatena un altro, ancora più problematico: siamo mai stati veramente puri e “naturalmente” altruisti? Oppure egoismo, invidia e avidità fanno parte della nostra natura? Con la sua solita sobrietà stilistica, l'autore non ha dubbi su quale sia la risposta.

Potrebbe sembrare il romanzo di Robinson Crusoe alla rovescia quello di Simenon. Contrariamente a Defoe che narra le avventure di quello che sarà per sempre il naufrago per antonomasia, e della sua personale, ancorché universale, lotta per l’esistenza, Simenon narra la storia - vera - di un nutrito gruppo di personaggi che sono tutt’altro che naufraghi. Sono uomini e donne, perlopiù di nazionalità nord europea, che decidono di vivere in piena solitudine nelle isole incantate di Melville, le Galapagos, nel bel mezzo dell’oceano pacifico. Nonostante le buone intenzioni, trainate da una visione romantica della vita in piena armonia con la natura, i protagonisti del romanzo di Simenon saranno però costretti a rinunciare alla solitudine in un contesto che, similmente al lavoro di Defoe, mette al centro della narrazione il tema, mai esaurientemente esplorato, della solitudine dell’uomo davanti alla natura e al suo destino.