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La versione di C. - Cristiano De André,Giuseppe Cristaldi - copertina
La versione di C. - Cristiano De André,Giuseppe Cristaldi - 2
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versione di C.

Descrizione



Dal perdonare al perdonarsi come atto estremo di sopravvivenza da confidare a un figlio. Cristiano De André si racconta in un'autobiografia sofferta e tormentata che ruota attorno al suo rapporto con il padre Fabrizio, gigante della musica italiana.

"Mi guardo allo specchio e ti rivedo ancora, nel riflesso prego che si aggiungano i volti dei miei figli, quasi che fossimo pronti a una foto di famiglia, con i sorrisi genuini e l'armonia pulsante. Hai presente? Come un tempo". C.

"In Gallura sembra quasi che il cielo decida di abbassarsi. come per fare un favore agli uomini. La volta stellata è li a un palmo, pare uno scolapasta rovesciato. Puoi contare tutte le stelle, puoi dare un appuntamento a ciascuna. Quando la mia famiglia era ancora unita, dopo cena ci stendevamo sulle sdraio in bambù e mi veniva insegnato a leggere la notte e il passato." Cristiano De André per la prima volta traduce i suoi silenzi più intimi e lo fa con una premura vergine. Compie un lungo viaggio a ritroso, dalle doglie di una madre su una slitta, in una Genova innevata, alla visione di un ciuffo notturno che canta i giorni in cui verranno a chiedere dell'amore. Dall'ansia di un sequestro, al germogliare dei colori isolani, belli di libertà, feroci come il sangue adolescenziale. Dal mare, che ora dona un dentice sotto gli occhi increduli di un padre, ora alza l'onda e ingoia la serenità di una famiglia, alle fughe continue da un qualcosa che non arriva. E se arrivasse, non conoscerebbe il gesto della carezza. Da una Londra che punge e annienta e lega a un letto d' ospedale, all'innocenza della musica in un conservatorio. Dalle tournée negli anni di piombo, all'emozione della propria voce che fa l'eco in uno stadio. Dal perdonare al perdonarsi come atto estremo di sopravvivenza da confidare a un figlio. Cristiano De André si racconta in un'autobiografia sofferta e tormentata che ruota attorno al suo rapporto con il padre Fabrizio, gigante della musica italiana.
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Dettagli

2016
26 aprile 2016
197 p., ill. , Brossura
9788891806765

Valutazioni e recensioni

Fabiana Carta
Recensioni: 5/5

Questa è un'autobiografia che si legge tutta d'un fiato, che si divora, con l'eccitazione di chi viene a sapere dettagli e aneddoti impensabili. Cristiano si dà completamente. In un modo così sincero da fare tenerezza. Ne esce fuori un animo fragile, con sofferenze che inevitabilmente ti inseguono per tutta la vita, nelle scelte. E'un libro da rileggere più volte, se si è appassionati di Fabrizio, di Cristiano e della sua famiglia.

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Recensioni: 3/5

Confesso di non essere una fan di Fabrizio De André (lo ammiro molto come artista, ma ascolto di rado le sue canzoni). Ero, però, molto curiosa di sentire la versione di "C.", ovvero del figlio Cristiano, dopo avere letto varie notizie di cronaca, non tutte molto edificanti, su di lui. Ne "La versione di C." Cristiano De André si confessa e ci racconta il suo percorso musicale e umano, senza risparmiarci nulla delle sue delusioni e della sua tormentata storia personale. Alcune vicende mi hanno lasciata sinceramente sconcertata (per esempio, il fatto che i figli della prima moglie non abbiano più alcun rapporto con lui). Nel complesso, è il ritratto di un uomo abbastanza fragile e forse oppresso dalla grandezza irraggiungibile del padre. Dal punto di vista prettamente musicale, il libro percorre le varie fasi della sua carriera, prima con il gruppo "Tempi duri" e poi da solista; tuttavia la sequela di nomi di artisti e produttori che hanno collaborato con lui risulta un po' prolissa per i non addetti ai lavori. Ho però scoperto con grande sorpresa che uno dei miei artisti preferiti (David Byrne) ha tratto ispirazione da uno dei brani di Cristiano. Adesso Cristiano sembra aver trovato la sua strada artistica riproponendo il repertorio del padre, ma credo che avrebbe meritato più successo con la sua produzione originale (leggendo questo libro viene voglia di riascoltare i suoi dischi solisti). Nel complesso, "La versione di C." è interessante anche se, sinceramente, riserva poche sorprese. Quello che lascia un po’ perplessi è il suo difficile rapporto con le donne (inclusi trattamenti non proprio da gentiluomo): gli consiglierei caldamente una seria psicoterapia.

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Ciro Andreotti
Recensioni: 5/5

La versione, o per meglio dire la vita, di C. è quella di Cristiano De Andrè, nato nei primi ‘60 sul finire di un dicembre segnato da un’abbondante nevicata abbattutasi su una Genova da cartolina. Al tempo stesso la versione di C. è il personale ricordo di un’infanzia trascorsa fra istituti scolastici cambiati come un paio di jeans e nel ricordo dei nonni paterni e materni. Fra la Genova dei Carruggi e preti ai margini della pedofilia; fra estenuanti lezioni di violino e i primi passi nel mondo della musica d'autore. De Andrè svela retroscena inaspettati dalla propria infanzia, trascorsa fra Genova, la Gallura, Milano e la casa di famiglia, nell’attesa frenetica di diventare adulto per potersi liberare dell’ala protettrice di un padre troppo ingombrante per la sua presenza scenica, ma altrettanto assente nel fargli da genitore. Un padre assente ma al quale C., come l’aveva soprannominato proprio suo padre Fabrizio, dedica, nel corso del romanzo scritto a quattro mani con l’aiuto di Giuseppe Cristaldi, più avvezzo al thriller che ai biopic, buona parte del merito musicale e educativo con il quale è cresciuto, scoprendosi molto più simile oggi al padre Fabrizio che ieri da adolescente ribelle e terminato anche nel gorgo di pessime compagnie. Una biografia da leggersi tutta d’un fiato, che sa svelare attraverso le parole di un protagonista trasversale della canzone d’autore la vita e i punti di vista di un figlio d’arte forse troppo prematuramente sdoganato come un semplice raccomandato senz’arte ne parte.

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