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Canzoni d'amore e di taverna. Nel Trecento alla corte di Shiraz. Testo persiano a fronte. Ediz. critica - Hafez - copertina
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Descrizione


Nella Shiraz del Trecento, in una corte dove si alternano principi gaudenti e principi bacchettoni, emerge il genio di Hàfez (1319-1390), il più grande lirico persiano da qualcuno paragonato a Petrarca, ammirato da Goethe e da Emerson che lo conobbero in traduzione. Lo "stilnovo" hafeziano canta le grazie di un bellissimo e innominato amico, in cui, a seconda delle prospettive ermeneutiche adottate, è dato vedere vuoi un amore proibito, vuoi un simbolo dell'Amico divino, vuoi una controfigura del principe lodato. Poeta mistico o poeta epicureo? Le sue immagini ci appaiono comunque traslucide di realtà soprannaturali: il vino può rimandare a mistiche ebbrezze, il bel coppiere può ricordare il Dio del Corano (LXXVI, 21) che versa il vino ai beati; e la condotta trasgressiva, il peccato ostentato in barba alla legge e ai dottori, può magari sottilmente rinviare a una ricerca di santità. Ma sopra ogni cosa colpisce il frammentarismo strutturale e irriducibile di questa poesia, densa e tersissima, soffusa di quella grazia squisita e ineffabile che è nelle tante miracolose "sospensioni nel vuoto" che si producono nel passaggio da un verso all'altro, là dove l'autore sa spesso introdurre novità repentine di tono, cambi imprevisti di giro d'immagini, alternanze inattese di pensieri, arguzie, argomenti, ironie.
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Dettagli

2011
14 luglio 2011
Libro universitario
343 p., Brossura
9788843060627
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Indice

Nota alla presente traduzione
Vino, efebi e apostasia al banchetto del Signore. Note sul Canzoniere (Divân) del poeta persiano
Hâfez di Shiraz (XIV secolo)
I GHAZAL

Conosci l'autore

Hafez

1320, Shiraz

Soprannome di Shamsu'l-Din Muhammad, poeta lirico persiano.Visse quasi sempre appartato nella sua città natale, la cui tranquillità e semplicità preferì alla fastosa vita delle corti. Trattò, in forma estremamente raffinata e letterariamente compiuta, i temi caratteristici della lirica persiana che rinnovò e ravvivò conferendole un tono personalissimo e inconfondibile. Il suo Divano (o canzoniere) ebbe enorme diffusione non solo in oriente, ma anche, attraverso le traduzioni e i rifacimenti dei romantici, nell'Europa del diciannovesimo secolo, soprattutto in Germania.

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