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Nationality Letteratura: Italia
Diario di una dama di corte
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Dettagli

TEA
1996
Tascabile
109 p., ill.
9788878180680

Valutazioni e recensioni

Renzo Montagnoli
Recensioni: 4/5

Alla fine del XIX secolo (corre l’anno 1898) una giovane della piccola nobiltà di provincia viene assunta, come dama di compagnia, di un’Arciduchessa, e in tale veste vive alla corte di Vienna, permeata dalla presenza dell’imperatore Francesco Giuseppe. Dato il suo rango è quanto di meglio le potesse capitare e ha tutti i motivi di essere soddisfatta; lontana dall’ambiente rurale di famiglia, potrà assaporare i fasti di una corte che, imperterrita, trascina la sua esistenza indifferente ai cambiamenti di un’epoca, verso quella guerra che segnerà la fine di una dinastia. Le scoperte che farà in quel mondo ovattato e frivolo e le sue giornate sono riportate in un diario attraverso il quale anche noi potremo esserne, figurativamente, parte, un mondo talmente lontano dal nostro modo di vivere che appare, a tratti, ammantato da un velo magico, in una situazione irreale, quasi da favola. Le feste, ma anche e soprattutto la quotidianità sono riportate in modo encomiabile e suggestivo, così che, oltre che per le riuscite illustrazioni, alla fine della lettura si potrà capire come era la vita di corte, sottoposta a rigidi rituali che ci portano involontariamente a sorridere, ma che rappresentavano il perpetuarsi di una tradizione, di usi e di costumi avulsi dal tempo. I bei vestiti, i gustosi manicaretti, i viaggi, i balli si susseguono come in un sogno di cui è contenta e soddisfatta la nostra dama di corte e per lei non poteva mancare anche l’amore, con un misterioso J., tuttavia destinato a un matrimonio di mero interesse. Il libro è scritto benissimo ed è brava Isabella Bossi Fedrigotti nel ricreare quell’atmosfera viennese di fine secolo, un’atmosfera di cui, ancor oggi, esistono molti nostalgici, pur non avendola sperimentata. Devo dire che pure io sono rimasto affascinato da quel mondo, ma, sarà forse perché con il senno di poi so della sua tormentata fine, ho alla fine pensato che sia stato tutta apparenza e niente sostanza, una vita che tutto sommato si reggeva su un precario equilibrio, chiusa in una dorata prigione, lontana dall’esterno, da quei sudditi che cominciavano sempre di più a reclamare quell’autonomia sempre negata e che otterranno solo dopo una sanguinosa guerra. Era forse una bella “epoque”, in cui tutto sembrava immutabile, come se il tempo non scorresse mai, con sullo sfondo la figura paterna, ma autoritaria di un imperatore vissuto troppo a lungo per capire che ogni cosa ha le sue stagioni; se dentro le mura del castello si viveva in un’eterna primavera, fuori dominava un autunno fatto di foglie ormai morte, pronte a cadere, come le parti di quell’impero. Da leggere, indubbiamente.

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Isabella Bossi Fedrigotti

1948, Rovereto

Giornalista e scrittrice italiana con madre austriaca.Ha esordito nella narrativa nel 1980 con Amore mio, uccidi Garibaldi (Longanesi; Tea 1991). Con il secondo romanzo, Casa di Guerra (Longanesi 1983) è stata finalista al Premio Strega ed al Campiello. Il successo al Premio Campiello è arrivato nel 1991 con il terzo romanzo, il bestseller Di buona famiglia (Longanesi; Tea 1993). Del 1996 è Magazzino vita (Longanesi; Tea 1998), a cui hanno fatto seguito Il catalogo delle amiche (Rizzoli 2001), La valigia del signor Budischowsky (Rizzoli 2003), Il primo figlio (Rizzoli 2008), Se la casa è vuota (Longanesi 2010).

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