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La trama è interessantissima e il finale sorprendente. I personaggi sono ben descritti e raccontati.
Romanzo molto bello. La storia è a dir poco toccante, la scrittura dell'autrice è scorrevole e il caratteristico alternarsi dei diversi punti di vista è una peculiarità che dà valore aggiunto alla narrazione. Uno dei libri più belli della Picoult!
Alcuni libri sono più che libri: sono storie. Ti entrano dentro e ti fanno a pezzi senza tanti complimenti. Ecco, “La custode di mia sorella” non può dirsi un romanzo che va scelto a cuor leggero. Portarlo a termine esige molta forza di volontà, non perché particolarmente brutto, non anzi, ma per la tematica attorno alla quale ruota tutta la vicenda, riassumibile così: una ragazza denuncia i genitori poiché l’hanno concepita come donatrice per là sorelle leucemica. Un racconto, quindi, fatto di lacrime, dolore, dubbi e sangue. Ma alle vicende di Anna e Kate si accostano quelle dei genitori Brian e Sara, con il loro passato apparentemente perduto, di Jess e dea sua doppie identità, e di Campbell e Julia, di nuovo assieme dopo quindici anni. Tutti hanno qualcosa da dirsi ma non le parole per riuscirci. I personaggi di Jodi Picoult possiedono un’umanità disarmante, nel bene e nel male. Sbagliano e cercano di rimediare, incappando ogni tanto in situazioni inverosimili ma pur sempre ben contestualizzate. La narrazione lascia quindi ampio spazio all’introspezione, grazie anche alla presenza dei vari punti di vista, con un linguaggio diversificato, e di un continuo rimando a flashback. Un po’ troppe, forse, le digressioni in cui l’autrice si perde e che spezzano il ritmo della storia, tutto sommato incalzante e avvincente, imprevedibile e dal finale inatteso. Un epilogo a prima vista troppo rapido ma giustificabile nell’ineffabilità dei sentimenti espressi. Decisamente uno dei libri più belli e toccanti portati a termine quest’anno
Recensioni
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