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La confraternita dell'uva
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La confraternita dell'uva - John Fante - copertina
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confraternita dell'uva

Descrizione


Pubblicato per la prima volta nel 1977, il romanzo ha per protagonista la figura granitica, ingombrante, di un padre, il vecchio tirannico e orgoglioso primo scalpellino d'America, almeno questo crede di essere. Un immigrato di prima generazione, Nick Molise, nel quale, come nel gruppo di suoi compaesani, Fante racchiude il ritratto più nitido della prima generazione italoamericana. Un mondo di uomini di testarda virilità, guardati con inorridita inquietudine dagli americani persuasi che gli italiani fossero creature di sangue africano, che tutti girassero con il coltello e che la nazione fosse ormai preda della mafia.
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Dettagli

2004
16 novembre 2004
XXXI-232 p., Brossura
The brotherhood of the grape
9788806170622

Valutazioni e recensioni

MARA VINCENZA SCROCCA
Recensioni: 5/5

Nick Molise, il padre, rappresenta a differenza di Arturo Bandini di “Chiedi alla polvere” l’emigrante italiano di prima generazione, che con difficoltà si inserisce in un contesto così complesso come il vivere americano rispetto alla terra d’origine, spesso un piccolo paesino. Nick è un uomo forte, granitico, prepotente, irascibile, scontento di tutto specialmente della sua famiglia. E’ orgoglioso di essere un muratore, orgoglioso di lavorare con le mani spezzandosi la schiena e disprezza qualsiasi altra professione a cui invece i suoi figli ambiscono. Frequenta solo italiani, con i quali prende colossali sbronze e con i quali gioca a carte sperperando tutto ciò che guadagna. I suoi figli lo temono e lo detestano, chi ha potuto sfuggire e allontanarsi lo ha fatto chi è rimasto se ne sta alla larga. Fino a quando un giorno uno dei suoi figli, un affermato scrittore, ritorna perché chiamato da uno dei fratelli che gli annuncia che i genitori hanno intenzione di divorziare. Inizia così una successione di situazioni grottesche, divertenti, patetiche, commuoventi, e soprattutto la strada della riconciliazione familiare che passa attraverso il dolore. Un romanzo magnifico, di un Fante maturo e apprezzato scrittore in America, un po’ meno in Italia, purtroppo, anche se dovremmo essere orgogliosi di tanto talento.

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VALERIA POMPA
Recensioni: 4/5

Appena finito di leggerlo. E' la prima volta che leggo qualcosa di John Fante, e devo dire che sono rimasta piacevolmente colpita. La sua capacità nel riuscire a cogliere quanto di buffo ci possa essere anche nelle situazioni drammatiche, alternandolo con spunti di grande riflessione, mi ha rimandato al libro "Le ceneri di Angela" di McCourt. In questo libro emerge nettamente la figura del padre di Fante. Questo padre autoritario, alcolizzato, con un temperamento tipico dei paesini dell'entroterra italiano. Un uomo che ne ha fatte sicuramente passare di cotte e di crude alla sua famiglia. Un uomo che, nonostante non sia stato uno stinco di santo, non viene condannato dal figlio. Anzi, mi ha proprio colpito l'amore incondizionato che emerge, da alcuni componenti della famiglia, nei confronti di questa figura molto spigolosa. E' stata una lettura molto scorrevole, mai pesante nonostante gli argomenti trattati. Davvero un buon libro!

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FABIO BROZZOLA
Recensioni: 5/5

Anche questo libro si legge tutto d'un fiato, credo che tante persone ci si possono ritrovare, rapporto marito e moglie, padre e figlio descritto in maniera profonda e precisa come pochi sanno fare. Elogio al ritrovarsi , con la propria donna e i propri genitori lasciando perdere gli errori che tutti quanti facciamo. Non voglio tralasciare il fatto che i racconti di Fante sono sempre un misto agrodolce e comunque a tratti frammentati da sane risate , secondo me, scrive tanto del vero e del vissuto per questo piace credo, alla gente comune...

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John Fante

1909, Denver (Colorado)

John Fante è nato in Colorado all'inizio del Novecento, figlio di un abruzzese emigrato in America nel 1901. Dopo un'infanzia turbolenta, si diploma e inizia a fare lavoretti precari, tra cui il tuttofare per uno studio professionale, lo sguattero in bar e ristoranti e l'operaio in una fabbrica di pesce in scatola. Stanco della provincialità di Boulder, si trasferisce a cercar fortuna a Los Angeles, nel 1930. Qui inizia a frequentare l'Università: non è uno studente brillantissimo, ma si avvicina alla scrittura e alla sceneggiatura (prende i primi contatti con Hollywood: sarà poi sceneggiatore anche per Dino De Laurentiis). Del 1936 è il suo primo romanzo, La strada per Los Angeles, che però sarà pubblicato postumo (nel 1985 in America,...

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