Le cose belle che vorrai ricordare

C'erano due cose che il mio oculista aveva sempre nel camice, ogni volta che mi visitava: boccette di collirio nella tasca e caramelle Sugus in quella sinistra. Lacrime e sorrisi, a portata di mano. A ogni incontro (e sono andata un mucchio di volte da lui, quando aveva cinque anni) mi dava come prima cosa un paio di Sugus, sempre di color rosso. Era il tipo di persona che non si limitava a infilarsi in tasca una manciata di caramelle, ma le selezionava: quelle alla fragola, le rosse, erano le migliori, lo sapevano tutti, mentre quelle gialle e arancioni erano troppo aspre e non piacevano a nessun bambino. Senza parlare poi di quelle verdi... A qual frutto corrispondeva il verde? Cetrioli? Peperoni? Bleah. Alle Sugus seguivano sempre un po' di chiacchiere, e quando le caramelle scomparivano sulla lingua , spuntava fuori anche il collirio: sorrisi e lacrime, ogni volta. Era un bravo oculista, il mio, coi capelli color alluminio, gli occhiali tondi e le mani sempre calde. Un uomo buono. Così, quando quel giorno, arrivò nella stanza in cui attendevo seduta su una poltrona e non mi offrì nemmeno una caramella, già lo sapevo che non c'erano buone notizie per me e per il mio occhio sinistro.