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Anno edizione: 1990
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Due amanti si separano a Parigi, all’inizio dell’ultima guerra. Anni dopo si ritrovano a Stoccolma. La loro storia è cominciata in quella «terra di nessuno, dove l’uomo vive nella libertà e nel mistero». Poi quella vita segreta era stata a poco a poco messa in ombra dalla «seconda vita», la vita comune. E viene il momento di chiedersi: che cosa sussiste di quella storia? Giocando magistralmente sulla tastiera dei sentimenti, la Berberova ha scritto un amaro, sottile apologo sull’amore e la libertà – e soprattutto su quella parte della nostra vita «di cui nessuno sa nulla» e sul come difenderla.
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Venezia ha una bellezza dolente, malinconica, tutto sembra quasi posticcio. 𝑖𝑙 𝑔𝑖𝑢𝑛𝑐𝑜 𝑚𝑜𝑟𝑚𝑜𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 di Berberova è così: si muove in punta di piedi attorno a un posto vuoto, dove c'era un amore che ora non c'è più, e del quale rimane una traccia di tepore. E c'è la guerra, e la letteratura russa, e ci sono le persone, intese come un nodo di pensieri e di solitudini che, forse, possono solo accompagnarsi, mai sciogliersi.
La protagonista la chiameremo "Lei". Dopo una citazione iniziale di Ausonio e una lirica di Tjutchev, la breve narrazione comincia in medias res: due amanti stanno per salire su un autobus; lui - Ejnar - torna in Svezia, mentre lei rimane a Parigi. L'atmosfera è soffusa, tutto sembra filtrato attraverso lo spesso vetro verde scuro di una bottiglia. L'autista concede a Lei di accompagnare l'amato in aeroporto, donando alla coppia un'altra ora, tempo durante il quale proveranno a dirsi quello che per giorni avevano meditato senza riuscire ad esprimerselo. La donna rimane sola, continuando ad amare il suo uomo lontano e intorno a lei gli eventi precipitano, anche se per sua stessa ammissione la Seconda Guerra Mondiale con altri è stata molto più inclemente. Lei gli scrive ma le lettere tornano sempre indietro. Sette anni dopo si recherà a Stoccolma per affari e qui si renderà conto che il suo Ejnar nel frattempo si era sistemato con un'altra donna, ma non se ne dà troppa pena. Per caso si incontreranno in un ristorante e lei farà la conoscenza con la moglie. Costei - conoscendo la loro vicenda e dopo aver ammesso senza troppe remore di aver di persona rispedito indietro le missive di Lei - non li lascerà soli un istante. La protagonista deciderà di trattenersi qualche altro giorno con loro, separandosene con la promessa di rivedersi un giorno, forse a Venezia. Una volta giunti tutti qui, non molto tempo dopo, si paleserà presto che la moglie di Ejnar ha una tresca con un suo vecchio compagno di studi, cosa che lei per nulla cela, e anzi fa in modo che i due rimangano soli. Ma a quel punto, il giunco del titolo si ribella - non le serve il permesso di nessuno - piantando in asso la piccola comitiva e andando per la sua strada. Estremamente poetica la prima parte, che lascia presagire un'evoluzione dolceamara, e di sicuro effetto l'incipit. Un testo non tra i maggiori dell'autrice ma che ne mostra l'animo forte, volitivo e determinato a dispetto delle circostanze.
Ho conosciuto questa autrice tramite un gdl community feltrinelli, e ,deve confessare, che la Berberova è veramente fantastica come scrittrice: penna agile e avvicente la Sua. Il libro si presenta con una trama alquanto banale,(se avessi dovuto sceglierlo di mia spontanea volontà non lo avrei mai fatto: è troppo introspettivo , molto concentrato sulla dimensione umano. ), la solita storia d'amore non andata a buon fine: la protagonista follemente innamorata di Ejnar, Ejnar, il fantoccio della situazione, l'ameba , soggiogato dalla perfida moglie Emma , Emma furba, calcolatrice che fa la gatta morta con Mario, un altro invertebrato,che accetta di giocare con Emma.Gli uomini in questo libro non ci fanno una bella figura. Il concetto centrale e no man's land un concetto bello, superbo ripetuto tantissime volte nel libro: la terra in cui ognuno può vivere come crede , senza limiti, senza regole.Nel finale del libro la protagonista nel lasciare Ejnar lo mortifica in questo modo "Non permettere mai a nessuno di di organizzare la tua no man's s land....altrimenti ti rinchiuderanno in una lussuosa camera d'albergo, bruceranno tutti i tuoi libri e allontaneranno da te tutte le persone che ami, basterà cedere una volta e non ci saranno più limiti"Bell'addio, penso che Ejnar si sia sentito un verme
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