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QUI COOPERATIVA, VI PARLA MANOLA ROBLES
Però lei non aveva testa per la politica. Anzi la spaventava ascoltare quella radio che dava solo cattive notizie. Quella radio che si sentiva ovunque con le sue canzoni di protesta e la sua tiritera allarmista che teneva tutti con il fiato sospeso. Lei preferiva sintonizzarsi sui programmi della nostalgia: “Al ritmo del cuore”, “Per chi è stato ragazzo”, “Notti di quartiere”. E così trascorreva pomeriggi interi, ricamando enormi tovaglie e lenzuola per qualche vecchia aristocratica che pagava bene il talento da aracnide delle sue mani. Quella casa primaverile dell’86 era il suo nido. Forse il suo unico vero amore, l’unico spazio tutto per sé che ebbe in vita sua la Fata dell’angolo.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Nel Chile oppresso dalla dittatura di Pinochet, dove tutto è proibito l'amore tra La Fata e Carlos serve come copertura a chi lotta contro il regime e mette in scena irrispettosi modi per spiare il dittatore. La prosa divertente contrasta la durezza delle scene. Un'opera di grande coraggio scritta da Lemebel, osteggiaot in patria e costretto, come tanti altri cileni, a vivere in esilio
In un Cile devastato dalla retorica e rumoreggiante dittatura di Pinochet, si staglia - a mo' di contraltare quasi- il silenzioso, sensuale e liricheggiante amore de La Fata per Carlos. Il primo, travestito sognatore e malinconico, il secondo, determinato e patriottico rivoluzionario devoto alla "causa". Per amore, La Fata accetta di nascondere nel segreto della soffita di casa sua le armi che Carlos e compagni stanno preparando per un imminente attentato ai danni di Pinochet, epilogo - quest'ultimo - drammatico del romanzo. Attraverso un'espressività fatta di immagini a tratti corpose e picaresche, a tratti liricheggianti e sensuali, "Ho paura torero" consegna alla lettura un messaggio suggestivo e accattivante per forma e contenuto. Sul piano formale, infatti, Lemebel si avvale di scelte linguistiche svariate come un pittore delle possibili tonalità della sua tavolozza. Il lettore, pertanto,avverte nella lettura la sensazione di attraversare le molteplici possibilità espressive del linguaggio, "trascolorando" da una tonalità all'altra con fluidità. L'amore, filo che tesse la trama del romanzo, conosce anch'esso molteplici forme espressive, passando da quello sensoriale per il canto, cui La Fata è legato per passione, a quello omosessuale de La Fata per Carlos, sino ad arrivare a quello "patrio" di Carlos per il suo Cile. In ogni caso è un amore che sembra sconoscere ostacoli, non già perchè gli ostacoli siano assenti, tutt'altro, ma perchè l'amore, quello vero, si affida al coraggio e all'incoscienza dell'amante: La Fata ama Carlos e lo fa con quella naturalezza e trasporto che sconoscono pregiudizio o vergogna, Carlos ama la sua patria in modo incondizionato e incurante della morte. A fronte di tali "animi di forte sentire", il personaggio di Pinochet appare una figurina di carta sottile e inconsistente, rispetto alla quale la logorroica e vischiosa consorte appare persino più interessante. E' l'immagine vuota e retorica del potere che di potente poi non ha nulla, se non mezzi materiali e arroganza. E' proprio grazie alla forza dei suoi contrasti che "Ho paura torero" affascina il lettore e gli dà la sensazione di assistere a un dramma malinconico dove però i buoni sentimenti, lungi dall'essere patinati da considerazioni paternalistiche, riescono a vincere la vera guerra: quella del vuoto e della desolazione interiore. Laura Iannuzzi
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