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Appartengo a una generazione che deve ancora nascere. Aforismi, riflessioni, storie, persone, personaggi e ragionamenti sullo stato attuale del mondo
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Appartengo a una generazione che deve ancora nascere. Aforismi, riflessioni, storie, persone, personaggi e ragionamenti sullo stato attuale del mondo - Pino Caruso - copertina
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Appartengo a una generazione che deve ancora nascere. Aforismi, riflessioni, storie, persone, personaggi e ragionamenti sullo stato attuale del mondo

Descrizione


"Appartengo a una generazione che deve ancora nascere" non è un libro di battute, ancorché spiritose, ma di aforismi sui vari temi dell'esistenza, di pensieri come illuminazioni, di riflessioni fulminanti, di storie come metafore, dove l'uso del paradosso e della sintesi raggiunge un grado di profondità a volte drammatico, ma più spesso esilarante, e tuttavia sempre con intenzioni serie. Lo stile dell'aforisma di Caruso è breve - raramente supera una riga - tagliente, con un uso molto mirato dell'antitesi, e dimostra come l'umorismo sia l'espressione più alta della serietà.
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Dettagli

2014
27 maggio 2014
167 p., Brossura
9788839716309

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Nel nuovo libro di Pino Caruso "Appartengo a una generazione che deve ancora nascere", gli aforismi sono quasi sempre irresistibili: ci sono i vecchi, allineati accanto a nuove sentenze, a partire da quella che dà il titolo al volume, "Ho dei pensieri che non condivido". Caruso spazia, con assoluta nonchalance, dal teatro («Il regista in teatro: uno che disturba le prove»; «Il teatro d'avanguardia è il teatro di domani; il guaio è che te lo fanno vedere oggi»; «In teatro, spesso, le cose migliori sono gli intervalli») alla Sicilia («Di puntuale in Sicilia c'è solo il ritardo»; «In Sicilia abbiamo tutto. Ci manca il resto»), dal razzismo («Il razzismo è il modo più rapido per evitare la fatica di distinguere») alla Chiesa, intesa come apparato politico parallelo, come braccio secolare, come negazione della religione vera. Da qui, un corrosivo e spietato anticlericalismo: «Con Dio preferisco parlare direttamente: gli intermediari pretendono la percentuale»; «Non do l'otto per mille a chi ci si compra gli ermellini»; «Il dogma è una prepotenza che gli uomini fanno a Dio». Sentite poi cosa dice a proposito di Cosa nostra: «I mafiosi in Sicilia: gli ultimi invasori stranieri fatti in casa»; «I mafiosi sono intelligentissimi. Gli manca solo la parola». Sul conto dei suoi concittadini, Caruso non lesina perfidia: «Noi palermitani abbiamo la vanità di essere primi anche nel peggio». C'è poi un aforisma che sembra la perfetta epigrafe per l'emergenza rifiuti di questi ultimi tempi: «Prodotto prodigioso la spazzatura: basta non fare nulla e si riproduce da sé». Sull'arte di amministrare in generale, ecco come la pensa il comico palermitano: «La politica ha delle ragioni che la ragione non conosce». A leggere i fulminanti paradossi di Pino Caruso (“Sono troppo ambizioso per montarmi la testa”, altro aforisma illuminante) ci si chiede come mai non abbia deciso di dedicarsi alla scrittura sin dalla giovinezza. Salvatore Ferlita

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Pino Caruso

1934, Palermo

Propr. Giuseppe C., attore italiano. Affermato interprete teatrale, prima allo Stabile di Palermo, poi a Roma, approda al cinema negli anni ’70, soprattutto in film di ambientazione siciliana, dove dà vita a personaggi non stereotipati e affrontati con moderna asciuttezza. È nel cast di Malizia (1973) di S. Samperi, La governante (1974) di G. Grimaldi e Il bel paese (1977) di L. Salce. Incisive anche le sue apparizioni in Gegé Bellavita (1979) di P. Festa Campanile e in Scugnizzi (1989) di N. Loy.

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