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Versione drammatica di Pieralberto Marché e Primo Levi.
Andato in scena al Teatro Carignano di Torino la sera del 18 novembre 1966, nella riduzione dell’autore e di un attore professionista, Se questo è un uomo era interpretato da cinquantatre attori di sette nazionalità diverse, guidati dal regista Gianfranco De Bosio, in uno spazio scenico di straordinaria e cupa suggestione ideato da Gianni Polidori. Questo testo conserva intatto il suo vigore morale ed è tuttora un bellissimo esempio di teatro «storico», in cui la storia è non solo dei fatti, ma anche e prima degli uomini e delle loro coscienze umiliate e offese.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
A volte il silenzio è una grande forma di rispetto verso qualcosa di più grande di noi. Per questo avevo deciso di non scrivere nulla su questo libro, su questa lucidissima testimonianza di quell'orrore senza fine che, per quanto ci si possa sforzare di comprendere, non riusciremo mai veramente a capire. Neanche lontanamente ad immaginare. Ma poi le parole sono arrivate con prepotenza, non potevo ignorarle. Anche per rispetto. Sono troppe le cose che ci mancano per un'adeguata comprensione, troppe...a partire dal senso delle parole. Ed è esattamente quello su cui vorrei soffermarmi, quello che più mi ha segnato, perché rivoluziona completamente il concetto di "significato". Noi siamo uomini liberi e siamo abituati ad usare la lingua degli uomini liberi. Le parole che pronunciamo sono fortemente legate alla nostra condizione. Esseri umani ridotti ad essere fantasmi di sé stessi, a lavorare per tentare di sopravvive, donne non più tali e uomini non più virili. Un libro scritto per il bisogno di comunicare agli altri ciò che davvero sono stati i campi di sterminio. Consiglio vivamente la lettura di questo scritto di Levi, a tratti sentimentale per la tristezza trasmessa, a tratti critico per l'analisi sociale delle persone. è un libro che vi farà riflettere tanto ma che bisogna leggere nella vita...
Ho letto questo libro con il cuore in mano e gli occhi lucidi. La testimonianza di Primo Levi è qualcosa che va oltre, la sua storia è qualcosa di più: il modo in cui scrive fa entrare completamente nel suo vissuto, nel suo stile si sente la voglia di urlarlo al mondo. A volte ci sono delle interruzioni troppo brusche, ma è questo il bello del libro perché riesce a catapultare il lettore nella storia. L'orrore dei lager Nazisti visto con gli occhi di Primo Levi: molto più di un semplice libro. Consiglio a tutti di leggerlo.
E' un libro che tutti dovrebbero conoscere, specialmente i giovani. La storia del passato e specialmente le atrocità che hanno caratterizzato determinati periodi storici non dovrebbero mai essere dimenticate, non solo per rispetto di chi le ha vissute, ma anche perchè tutto ciò non debba ripetersi. Leggendo simili libri, scopri fin dove arriva la crudeltà dell'uomo, provi paura, ribrezzo, orrore. Rivaluti la tua vita di oggi, fatta di tante banalità, superficialità e forse troppo benessere ed impari ad apprezzare le cose davvero importanti che il più delle volte sembrano scontate. Colpisce dritto al cuore raggiungendo il suo scopo (la memoria, la consapevolezza e il senso di vergogna per aver permesso che accadesse).
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