(Lizzano in Belvedere, Bologna, 1924 - Bologna 2014) critico italiano. Allievo di C. Calcaterra e R. Longhi, ha insegnato lingua e letteratura italiana all’università di Bologna. Dopo studi prevalentemente filologici (Codro e l’umanesimo a Bologna, 1950; edizione critica dei Dialoghi di T. Tasso, 4 voll., 1958), ha esteso le sue indagini ai manieristi (Rinascimento inquieto, 1965), al barocco (Letteratura barocca, 1961; Anatomie secentesche, 1966), a Manzoni (Il romanzo senza idillio, 1974), D’Annunzio e Serra (Il lettore di provincia. Renato Serra, 1964). La sua posizione, definita in Tecniche della critica letteraria (1967) e in Metafora e storia (1970), media storicismo e strutturalismo e fa convergere nell’analisi del testo anche le indicazioni metodologiche dell’antropologia culturale e del new criticism americano. Il suo orientamento più recente è caratterizzato da una strenua ricerca sulle strutture simboliche e sull’organizzazione retorica del discorso artistico: Scienza e letteratura (1978), Le pietre del sogni (1985), Le poetiche della modernità e la vita letteraria (in Novecento, 1987, nella Storia della letteratura italiana di E. Cecchi e N. Sapegno; poi come volume a sé, 1990), Il volto nelle parole (1988), La dissimulazione romanzesca. Antropologia manzoniana (1990), Intertestualità e storia letteraria. Da Dante a Montale (1991), Un europeo di provincia: Renato Serra (1993), i 3 volumi I sentieri del lettore (Da Dante a Tasso; Dal Seicento all’Ottocento; Il Novecento. Storia e teoria della letteratura, 1994), Il colore eloquente. Letteratura e arte barocca (1995), Romanticismo italiano e Romanticismo europeo (1997), Le metamorfosi della parola. Da Dante a Montale (2004).