La figlia del mercante di seta

Allo scandire di sette candele, una donna decide di raccontare la sua storia. E' Coriander, che dai cinque ai circa sedici anni, accompagnerà il lettore nella Londra del XVII secolo fino a sfociare in un mondo nascosto sotto la superficie argentea, il popolo delle Fate. Un romanzo strutturato come un romanzo storico, sui quali elementi poggia solide basi non limitandosi a sterili descrizioni degli avvenimenti, ma li utilizza come spunto per il procedimento della trama. La storia si svolge nel periodo forse peggiore della storia dell'Inghilterra, dove il regno di Carlo I, pur nei suoi difetti, è terminato con la sua morte e si installano nella nazione le truppe di Oliver Cromwell che assieme alla democrazia, porta con se la piaga dei Puritani. Il loro estremo fanatismo fa da grigissimo sfondo a tutta la storia, abolendo persino i festeggiamenti del Natale o quelli popolari, compresi musica e teatro. Ma l'elemento scatenante sarà la persecuzione verso i seguaci del Re, per questo motivo ai tempi era consigliabile esibire di essere un timorato di Dio senza il minimo sfarzo per sfuggire alla pena di morte. Coriander cresce durante l'esplosione di questa epoca, per questo l'intera vicenda è avvolta nella cupezza per tutto il romanzo. Fate o non Fate, si tratta infatti di una storia piuttosto adulta sotto questo punto di vista. Saranno presenti forme di violenza ma non per spettacolarizzare come potrebbe fare un racconto moderno, ma perché figlie dell'epoca e dell'uso sbagliato della religione. Per questo motivo il romanzo ha un sapore classico. La fantasia sopraggiunge in questa decadente realtà, ma ben presto Coriander si renderà conto che i due mondi sono in contatto tra loro e che anche in quel posto magico è in agguato la terribile Regina, che vuole qualcosa dalla famiglia di Coriander. Quest'ultima dovrà portare a termine una missione alla ricerca di un'ombra dagli immensi poteri, per difendere se stessa e il principe del popolo fatato. Per chiarire la tipologia di romanzo, il paragone più attuale si può fare con la trilogia di Libba Bray, sempre rimanendo in ambito young-adult. Hanno gli stessi pregi e gli stessi difetti, pur rimanendo diversissimi tra loro. Entrambe hanno il pregio di mostrare uno stralcio storico (certamente più serioso e competente in "La Figlia del Mercante di Seta") eccezionale in grado di mostrare due secoli differenti di una stessa città. Ma entrambe soffrono di carenze per quanto riguarda la completezza nell'universo fantasy mostrato. Mentre Libba Bray si difende cercando di ampliare l'universo fantastico poco a poco attraverso una trilogia di corposi romanzi, la scrittrice Sally Gardner si rifugia nell'espediente di utilizzare non un universo inventato da lei, ma quello che dovrebbe essere il classico mondo delle fate della tradizione anglosassone, quindi pur mostrandone un piccolo scorcio si mette in una situazione meno criticabile. In generale, la differenza risiede nello stile più moderno e frizzante delle avventure di Gemma Doyle, mentre Coriander è raccontata con stile narrativo più classico e una storia molto più malinconica. Rimangono quindi più memorabili le sezioni svolte nel mondo reale, che poi sono l'80% del romanzo, anche a livello di personaggi. Infatti nel mondo fantasy si incontrano un classico accompagnatore in stile Bianconiglio che dopo l'introduzione poco si vedrà. Poi c'è il principe che è messo lì tanto per far esprimere a una giovanissima Coriander, l'unica frase in stile young-adult del romanzo: "Non mi ero mai interessata ai ragazzi e non pensavo che me ne sarei mai interessata, perché consideravo l'innamoramento e qualsiasi legame d'amore soltanto trappole in cui la gente perde il cuore e la testa. Ma mentre stavo là quel pomeriggio a guardare il giovane principe, intuii la possibilità di intrecciare legami del genere.". L'unico personaggio interessante è quello della Regina, che comunque, nonostante sforzi di cattiveria e uccisioni, non risulta un personaggio così memorabile. Nel mondo reale invece ci sono parecchi personaggi comprimari che uniti formano un gradevole gruppo in cui ogni elemento contribuisce agli eventi, nonostante ci si confonda con alcuni personaggi di background, citati pochissimo e a così tante pagine di distanza che quando tornano ci si dimentica del loro ruolo. Anche i veri cattivi della storia si trovano nel mondo reale, trattasi della matrigna di Coriander e del suo compagno predicatore, che compiono gesta allucinanti, ignobili e disumane e quel che più spaventa è che sono comportamenti inquietantemente in linea della loro epoca puritana, non serve alcun elemento fantasy in questo caso per dare il vero aspetto drammatico della storia. C'è persino un capitolo speciale, unico non narrato da Coriander in persona ma dalle parole di Hester, sottomessa sorellastra di Coriander, dedicato a questi due individui che rivela il loro passato prima di incontrare Coriander. Proprio per la loro innata crudeltà che impedisce di provare la minima pietà, risultano i personaggi migliori. Bellissima l'antica immagine di Londra mostrata nelle prime pagine del romanzo. L'ambientazione è esattamente quella, la casa di Coriander si trova infatti dirimpetto il Tamigi. Al termine del romanzo, si trovano infine dei cenni storici che spiegano in modo sintetico ma preciso, gli avvenimenti di quel ventennio, dalla guerra civile alla morte di Carlo I, dal dominio di Cromwell (con accenni al fanatismo cristiano estremista dei Puritani), all'avvento di Carlo II. "La Figlia del Mercante di Seta" è un romanzo che può essere apprezzato interamente anche da chi non legge romanzi fantastici. Niente di impegnativo, né riguardo il reparto storico, né specialmente in quello fantastico. Ma si lascia leggere.