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Linguistica e nazionalismo tra le due guerre mondiali - Sandra Covino - copertina
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Linguistica e nazionalismo tra le due guerre mondiali - Sandra Covino - copertina

Descrizione


Il volume affronta il rapporto tra linguistica e nazionalismo, nel contesto italiano ed europeo, dai primi del Novecento al secondo dopoguerra. Presupposto dell’indagine è la forte potenzialità ideologica espressa dalle filologie moderne, il cui paradigma fondativo affonda le radici nella cultura romantica e nella correlata costruzione delle identità nazionali. Particolare attenzione è dedicata ad alcuni glottologi «austro-italiani», la cui riflessione civile sulla convivenza di comunità linguistiche diverse approdò, nella temperie sciovinista del primo conflitto mondiale, all’irredentismo massimalista e poi alla piena adesione al fascismo, fornendo un sostegno «scientifico» a rivendicazioni annessionistiche e a programmi di italianizzazione forzata di regioni di frontiera. Lo studio sulle lettere del carteggio D’Ovidio-Schuchardt risalenti agli anni 1915-1921, approfondisce un caso emblematico del prevalere della passione patriottica anche tra cultori delle scienze del linguaggio che pure avevano aperto la strada alle ricerche sul contatto e la mescolanza linguistica. Riflettere oggi sui condizionamenti politici subiti dalla linguistica nell’età dei nazionalismi e dei totalitarismi novecenteschi può contribuire a contrastare la manipolazione ideologica del binomio lingua-identità e quella retorica dei populismi che, anche all’interno dell’UE, sembra infondere nuova linfa all’antagonismo dei vecchi stati nazione.
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Dettagli

2019
24 ottobre 2019
Libro universitario
272 p., Brossura
9788815283870
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Indice

Introduzione
I. Il contesto italiano ed europeo
1. Ascoli e i suoi epigoni: neolinguisti vs neogrammatici
2. Linguistica e nazionalismo in Europa
2.1. L’illusione dell’autonomia scientifica e il bagaglio ideologico a Ovest
2.2. Dall’internazionalismo al nazionalismo linguistico a Est
II. La linguistica italiana: dal patriottismo al fascismo
1. La questione ladina e le sue strumentalizzazioni
1.1. La tesi ascoliana dell’unità ladina e i suoi oppositori
1.2. L’adesione dei linguisti italiani alle denunce “politiche” di Carlo Salvioni
1.3. Carlo Battisti tra “questione ladina” e “questione altoatesina”
1.4. Il patriottismo linguistico nello scontro tra nazionalismi in conflitto
1.5. Dall’irredentismo trentino al secondo dopoguerra
1.6. La grecità linguistica dell’Italia meridionale: risvolti ideologici di una disputa scientifica
2. La rivendicazione dell’italianità dell’Istria e della Dalmazia
2.1. Ascoli, un “irredento” non irredentista
2.2. Matteo G. Bartoli: questioni linguistiche e diritti nazionali
2.3. Dal mito della romanità civilizzatrice all’imperialismo fascista
2.4. Linguisti dell’Accademia d’Italia per il Regno di Croazia (1941-1942)
2.5. Prestigio linguistico e pregiudizio antislavo
III. Un linguista anomalo
1. La posizione di Clemente Merlo
1.1. Un linguista fascista «alieno dalle ideologie »
1.2. L’autonomia del ladino, ovvero la legittimità di un approccio tipologico allo studio delle lingue
1.3. La polemica sul dalmatico
1.4. Il progetto di un atlante linguistico dopo l’annessione dell’Albania
1.5. C. Merlo e B. Terracini: la «valutazione storica del problema linguistico»
2. Scienza e umanità
2.1. La fedeltà ad Ascoli e altri indizi di dissenso dopo la promulgazione delle leggi razziali
2.2. L’estromissione dalla direzione del Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana
2.3. Una «cartolina di rammarico»
Conclusioni
Appendice. Lingue e nazioni: il carteggio D’Ovidio- Schuchardt nel primo dopoguerra
1. Premessa
2. «Lo schietto amor della patria e l’umana carità»
3. La ripresa del dialogo
4. Il programma dell’Accademia dei Lincei: molte luci e qualche ombra
5. L’annessione all’Italia dell’Alto Adige
5.1. Le riflessioni di D’Ovidio
5.2. Schuchardt e lo «stupro» del Südtirol
5.3. L’antinomia dei confini linguistici
6. Lingue e nazioni: considerazioni finali
Riferimenti bibliografici
Indice dei nomi

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