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La strategia dell'ombra - Sergio Zavoli - copertina
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strategia dell'ombra

Descrizione


Quarta raccolta poetica di Sergio Zavoli pubblicata nello "Specchio", "La strategia dell'ombra" conferma l'auspicio espresso da Carlo Bo all'uscita della prima silloge: «Zavoli aveva in serbo un discorso poetico che ci auguriamo lungo». Un lavoro poetico, quello di Zavoli, che mostra una nitida coerenza tra pensiero e linguaggio, mettendo in un decisivo risalto la maturità della sua vocazione. E, rivelandoci la zona rimasta "in ombra" dell'animo del poeta, i suoi versi non tendono ad alzare i toni, ma confermano una scelta profondamente e stilisticamente rigorosa. In questo nuovo libro c'è una forza e una grazia, un'ironia e una gravità che nelle intonazioni della "narrazione" più privata sono il frutto di un prestigioso impegno comunicativo, già incline a una ferma cultura dell'immaginazione e del reale, dell'esistenza e del civismo, del laicismo e della spiritualità, tali da non interrompere, semmai ribadire, l'esplicito giudizio di Carlo Bo, secondo cui «i versi destinati all'arcano disegno di una creazione che ci obbliga di continuo a una difficile scelta restituiscono bene una sorta di sacro allarme» di fronte all'«infinito bivio». Al quale «il padrone di tante voci umane - maestro del "mestiere di chiedere", per usare una sua espressione - allega una sfida consapevole e libera, mostrandosi con il suo volto tutto rischiarato, in una luce ancor più dichiarata e pura». "La strategia dell'ombra" ricrea, citandoli come in una sorta di diario, i segni di una sempre più sorprendente continuità tra le parole rivolte al passato, affrontando la loro complessa, ardua, non dirado drammatica contemporaneità.
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Dettagli

2017
4 aprile 2017
93 p., Brossura
9788804678755
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Indice

Indice

Chissà cosa vuol dire il cauto

Perché non dire cosa rimane della guerra

La vita ritornava

Ed è venuto il giorno, mia città

Dentro quei pochi metri del pianeta

Non vivere aggrappato, come l'ombra

È una remota idea la storia

Le inconsumate idee, i progetti

Conosco le afflizioni dovute alle prove

Mi guardo attorno

Rimini cadrà

Ormai la guerra andava oltre

Ho in mente quel mattino, tornavamo

Le sere si stringevano d'un tratto

Le guerre si ricordano l'un l'altra

Bisogna indovinare la traccia

Stanotte sognerò

Occorrerebbe un vento

In un'aria leggera

Riandavo alla mia mano presa nella tua

Mi proverò a sbucciare le parole

Tutto tornava a un bivio

Restavi aggattonata sul divano

Ti dicevo

Il passato, ragazza

Ma tu continua a vivere di te, cercati dove sei

So che mi aspetti dove

Ogni cosa è anche la sua fine

Cerca l'aria del porto

Dura poco il ricordo

Il tuo girino si è mostrato, Vale

Ti devo, Vale, l'idea di avere gli anni tuoi

Andrea è cresciuto in fretta

Andrea vuole sapere perché il buio

Quando l'agosto celebrava i giorni

L'alba ha già spalancato le navate

Non darti pena, madre

Muore l'estate, con la terra crepata come quando

Arrossa sul casale la vite americana

Un nebbioso febbraio nascondeva

I nostri inverni, così lenti a scaldare

Siamo come le rose antiche

credo che non prenderò parte

Temo di non sapere

Eravamo curiosi di sapere

Tutto accadeva altrove, e noi eravamo

Benché si stenti a te siamo protesi

Non cresceranno

Tornerò a marzo quando

Perché non dire, animo mio, degli anni

Prima che tutto s'inserpenti

Siamo, dice una ragion pratica

Nello spazio, si sa

Detesto le metafore

Esser nati, scelti da un caso prodigio

Ma non tutti, dentro, ascoltiamo le voci ammonitrici

Il canto dolce e aspro degli uccelli

Ogni tanto tornavo a rivederti

Spesso mi perdo

Torno ogni tanto ai rami

Sono tornato alle tue vie, Volterra

Misuravo il filo della voce

il gelo abbaglia, all'alba

Vorrei essere l'uno e l'altro di me

Io vidi il fulmine venire giù dal sole

Ho riscoperto quella piccola chiesa

Io credo dui credere, Francesco, e voglio dirlo a te

Voglio vedeere gli alberi

E mentre crollano poteri, linguaggi

Una mattina, al largo, il mare lascia dondolare

Un anello di morte già circonda

Da noi i ragazzi si stendevano

Poco del mare resisterà

Non so quali rinunce

E quanto alle rinunce

Se davvero è un mistero, ma la scienza

Non si può stare a lungo sulla soglia

Ti allontani, ombra mia

Ma vivere non è solo per noi

Lo so, sei il mio coraggio, Ale

Ora vado a dormire

Conosci l'autore

Sergio Zavoli

1923, Ravenna

Sergio Wolmar Zavoli è stato un giornalista, scrittore, politico e conduttore televisivo italiano. Ha lavorato con la tv dal 1948, quando ancora si vedeva, in quella scatola quasi magica, un potenziale enorme: quello di arrivare lontano, a quante più persone possibile.Raccontò il Giro d’Italia nel suo Processo, il giro che nessuno conosceva, delle persone che lo corrono, non dei campioni. Andò a scavare anche nella storia italiana, in quella del fascismo con Nascita di una dittatura del 1972 e con La notte della Repubblica del’89. Un’inchiesta, questa, destinata ad avere una risonanza enorme, con le voci e i volti dei terroristi che hanno segnato l’Italia degli anni di piombo. La grande e forse impossibile missione di Zavoli era di far conoscere...

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