Jude l'oscuro. Ediz. integrale

Il romanzo parte in sordina, almeno per chi non apprezza in modo particolare lo stile un po' naïf di certa letteratura di stampo vittoriano. Jude è un sognatore dall'animo delicato, solo al mondo e bistrattato dalla zia a cui è stato affidato, con poche possibilità economiche e tanta voglia di intraprendere una carriera di studi a sfondo religioso. I suoi sforzi da autodidatta lo elevano culturalmente molto al di sopra della classe operaia da cui sogna un giorno di affrancarsi, vagheggiando un futuro a Christminster, città universitaria da lui idealizzata, che amerà tutta la vita col fervore di una passione non corrisposta. La narrazione, che procede per citazioni delle Sacre Scritture alternate a versi di autori pagani, acquista vigore dopo i primi capitoli grazie ad una serie di avvenimenti, tra cui l'entrata in scena di Sue, ragazza carismatica e ribelle che sembra beffarsi del giogo imposto dalle convenzioni sociali dell'epoca. L'amore “proibito” tra i due, tratteggiato con tocchi sapienti e privi di retorica, diventa il fulcro attorno cui si sviluppano tutti gli eventi, che da un certo punto in poi sembrano precipitare seppellendo le aspirazioni dei personaggi in generale e del protagonista in particolare: è “l'inferno di una cosciente disfatta”. Le pagine, sempre più amare, scorrono veloci mentre si punta il dito contro precetti di fede che in servile ossequio alla tradizione impediscono la libera espressione degli impulsi naturali, soffocando tutto ciò che di autentico esiste nell'essere umano. Vero sacrilegio, sembra dire lo scrittore in progressione ascendente, è osteggiare il sentimento prezioso di due anime affini in nome di una morale imperante che si è costretti a seguire, pena l'esclusione sociale. Sebbene a tratti un po' enfatico, è un romanzo intenso che regala momenti di alta letteratura attraverso la descrizione ben definita di atmosfere e stati d'animo e la desolante contemplazione di sogni infranti: “Ricordi, dicevamo che avremmo fatto della gioia una virtù”.

L'ho comprato la scorsa estate e praticamente l'ho divorato in una settimana. Ho studiato Hardy a scuola e questo romanzo, che non avevamo approfondito, mi aveva lasciato un'enorme curiosità. Che dire, l'ho trovato fantastico. Parte molto lentamente, approfondendo ogni descrizione, ma la trama, pian piano che si sviluppa, diventa piena di colpi di scena. Lo stile usato dall'autore permette di entrare a contatto diretto con le emozioni, tavolta anche delusioni, che vengono provate dal protagonista. Lo consiglio mille volte.

Un romanzo scritto in piena epoca epoca vittoriana, che narra di un amore difficile, contrastato e non solo (anzi non tanto) dal moralismo imperante a quei tempi, quanto piuttosto dalle difficoltà della vita, dalla miseria, dalla rigida divisione in classi, da cose più grandi che schiacciano gli uomini e ne prendono il mano il destino. Così è anche per Jude, che nato umile e panettiere avrebbe potuto essere un filosofo, o un dotto prelato o un insegnante e invece si ritrova a fare lo scalpellino per poter stare accanto a una donna che alla fine non lo ripagherà di tutto quello che lui ha fatto per lei. Ma anche le figure femminili sono pasta molle in mano alla Storia e il libro è tutta una lotta tra Jude, uomo moderno che cerca di affermare la sua vita ed essere protagonista della sua storia, e il Destino, letto come società e organizzazione temporale degli uomini. Un capolavoro, ripeto, poetico, struggente con una grande trama e con colpi di scena (quello che riguarda i bambini è da annale di storia della letteratura). Non perdetelo.N