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Anno edizione: 2023
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Romanzo affascinante ed intrigante, sorretto da una narrazione magistrale e da un'elegante intreccio di sfondo piuttosto criptico; fino ad un certo punto si procede nella lettura un po' alla cieca; ossia per quanto si intuisca qualcosa la sostanza sfugge. Bravo l'autore a mantenere il livello di tensione e di lettura. Ma il libro è soprattutto una sottile e delicata storia dell'amore per una persona sopraffatta da Thanatos, dalla pulsione di morte...
Un libro comprato con poca convinzione, dovuta alla delusione provata leggendo il primo romanzo di Avoledo: “L’elenco telefonico di Atlantide”, un grande successo secondo me sopravvalutato. Non avevo mai più letto nulla di questo autore e questo libro mi ha vagamente interessato solo per la singolarità della storia e qualche commento positivo. Dopo averlo letto lo considero uno dei miei migliori acquisti. Un romanzo di fantascienza che ha quasi paura di dichiararsi tale, forse per non essere relegato all’interno di una nicchia di appassionati.Viaggi nel tempo che, mentre ci mostrano il dipanarsi della vicenda personale del protagonista e del suo disperato amore, ci fanno rivivere il nostro passato.Un passato che non è solo storia recente, che abbiamo vissuto come Umanità ma in cui eravamo presenti. Avvenimenti a cui abbiamo assistito o di cui ci siamo preoccupati dopo averli visti in tv, fatti che ci hanno emozionato, per cui abbiamo gioito o pianto, o forse stavamo facendo altro mentre accadevano ma , comunque, hanno fatto parte della nostra vita. Una storia molto ben scritta e strutturata, avvincente fin dalle prime pagine. Pervasa da un alone di mistero che lega indissolubilmente il lettore fino al momento in cui l’autore decide di illuminarlo. La storia di un grande amore sviluppata in maniera singolare e originale, popolata di personaggi veri, palpitanti, disperatamente umani, fatti di carne e sangue, che coinvolgono profondamente il lettore nelle loro emozioni. E quando arriva il momento delle rivelazioni non si può far altro che sentirli vicini a sé e gioire per loro. Forse il modo giusto per affrontare questo libro è dimenticare la parola “fantascienza” ( che potrebbe spaventare i non appassionati) e dimenticare anche la definizione di “storia d’amore” ( che stava per spaventare me: non sopporto i romanzetti sentimentali). “L’anno dei dodici inverni” è un gran bel romanzo. Punto.
Quando ho letto sulla copertina "Quanto lontano sei disposto a spingerti per salvare un amore" sono rimasto perplesso. La lettura del romanzo mi ha confermato che è il più brutto scritto da Tullio Avoledo ed il più lontano dai suoi soliti canoni. Nei precedenti, il mio autore italiano preferito, ha magistralmente descritto un'Italia dalle atmosfere angosciose, pessimistiche, degradate, in un quadro in apparenza appartenente al futuro, ma i cui segnali sentiamo molto vicini se non già attuali. La scrittura del romanzo è sempre bellissima, la caratterizzazione dei personaggi sempre molto potente, ma la trama, nel complesso, è troppo fiacca ed assurda.
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