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Nationality Letteratura: Russia
I demoni
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I demoni - Fëdor Dostoevskij - copertina
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demoni

Descrizione


"Ma chi sono questi uomini, chi sono i 'demoni'? I demoni sono anzitutto 'uomini d'idea', come li definisce Bachtìn, cioè uomini posseduti, tormentati, divorati da un'idea, cioè da una concezione onnicomprensiva, onniesplicativa e onnirisolutiva della realtà, uomini che si credono in possesso della 'Verità', ma ognuno dei quali si è costruito una sua Verità' in una forma aberrante, distruttiva, catastrofica. In questi uomini - secondo Dostoevskij - si ritrova una caratteristica specifica ed esclusiva dello spirito russo: il russo è divorato da un'inesausta sete di verità ed è in grado di dedicarsi appassionatamente, fanaticamente al perseguimento dell'ideale da lui concepito, fino ad arrivare a ogni eccesso e a ogni estremo, compreso il sacrificio totale di sé." (Gianlorenzo Pacini)
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Dettagli

2
2009
Tascabile
883 p., Brossura
Besy
9788807821554

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Uno straordinario intreccio, orchestrato con grande maestria, fatto di segreti, reticenze, malizie, maschere e convenzioni che dona alla scrittura una inquietante aria mefitica. L’aspetto grottesco poi, molto marcato, quasi ossessivo, non serve che a denudare esistenzialmente la banalità del male. L’abilità di Dostoevskij di tratteggiare i personaggi attraverso una controllatissima miscela di meticolosità descrittiva e vuoti di scrittura è impressionante. Il nichilismo come problema morale e messa in questione della possibilità d’un’etica che si fondi sull’assoluto d’una realtà umana nuda, svincolata il più possibile da ogni concrezione storica, ideologica e religioso- metafisica. L’astratto dell’ideologia che si scontra col concreto dell’esistenza e soprattutto, colla complessità della miseria umana.

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Domenico delle Cave
Recensioni: 5/5

Come sempre Dostoevskij mi provoca totale empatia per i suoi personaggi, mi fa entrare nei loro pensieri per provare a capirne l'agire. Devo però dire che non ho avvertito il pathos riscontrato in Delitto e castigo, difatti ho interrotto la lettura e l'ho ripresa dopo aver letto tutt'altro proprio per prendere una pausa (una decina di giorni), cosa finora capitatami solo con Anna Karenina.

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Fëdor Dostoevskij

1821, Mosca

Figlio di un medico, un aristocratico decaduto stravagante e dispotico, crebbe in un ambiente devoto e autoritario. Nel 1837 gli morì la madre, da tempo malata, e D. venne iscritto alla scuola del genio militare di Pietroburgo, istituto che frequentò controvoglia, essendo i suoi interessi già risolutamente indirizzati verso la letteratura (risalgono a quegli anni le sue prime letture importanti: Schiller, Balzac, Hugo, Hoffmann). Diplomatosi nel 1843, rinunciò alla carriera che il titolo gli apriva e, lottando con l’indigenza e con i disagi di una salute cagionevole, cominciò a scrivere: il suo primo libro, il romanzo Povera gente (1846), che ebbe gli elogi di critici come Belinskij e Nekrasov, rivela già l’attenzione pietosa di D. per...

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