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Anno edizione: 2014
«I fanciulli trovano il tutto anche nel niente, gli uomini il niente nel tutto.»
Libro poetico e, per questo, morale, le Operette leopardiane sono, insieme, teatro filosofico e narrazione fantastica, trattato sull'infelicità dei viventi, ma anche rappresentazione di quella leggerezza, e ironia, e persino letizia, che la storia della civiltà – tra violenza e astrazione – ha disperso o negato. Sui modi del comico – dallo straniamento all'antifrasi, dal burlesco al fiabesco – trascorre l'onda di un pensiero tragico. Come nel riso c'è il riverbero di una saggezza fatta esperta degli inganni del mondo, del vanire delle cose. La critica della restaurazione, di ogni forma di restaurazione e di conformismo, l'indagine sulla natura, sulla sua prossimità e indifferenza, lo sguardo sulla materia, sul suo circuito perpetuo di produzione e distruzione, il pensiero della finitudine, dell'irreversibile, del limite, si fanno, in questo libro, affabulazione e dialogo, racconto e finzione teorica: ma il "deserto della vita", il silenzio della speranza, le ombre stesse del nulla hanno qui un fremito, una loro irripetibile lingua, e passione.
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È incredibile come questo libro sia ancora così estremamente attuale. Lo sto usando in un percorso lettura in una scuola superiore e i ragazzi ne sono entusiasti
Imperdibile
Ironico, spavaldo, ma anche vero, sincero, e per questo mordace in alcune parti e addirittura cinico. Questo è, a mio parere, parte delle sensazioni che risenti e che trasvolano ormai da quasi due secoli da un'opera mondiale, patrimonio d'una delle menti più lungimiranti e sciolte della storia. G. Leopardi crea, in questa raccolta unica di narrazioni e dialoghi, un teatro dell'assurdo, dove la verità è estratta dalle menzogne, i sogni dalle illusioni, e l'ordinario dalle catastrofi. il seme della civiltà e i suoi frutti scorrono da ogni storia, che susseguono, come canti in prosa, per ragionamenti filosofici chiari, e mai inaspriti più del dovuto, rendendoli affabili d'attenzione anche per i lettori odierni. Un'opera che mi ha sempre suscitato meraviglia per il brillante uso dei miti e dei personaggi della tradizione letteraria, mai banali e sempre impostati al fine di contradire una società ormai troppo sicura di sé e per questo - e, forse, per certi versi previsto da Leopardi - destinata a immense delusioni. Invito assolutamente alla lettura di questa pietra miliare della letteratura italiana e mondiale.
Recensioni
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