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Il "nuovo Masini", forse ancora un po' acerbo negli album immediatamente precedenti a questo, trova qui una grande maturità sia nei contenuti che nella forma. La vocalità è strepitosa, curata e anche rinnovata. I contenuti sono interessanti. Si ritrovano concetti e temi che i vecchi fan sapranno riconoscere, trattati alla luce di una nuova età, ma anche argomenti e riflessioni nuove. Alcune canzoni non hanno niente da invidiare ai grandi classici più popolari del cantante fiorentino.
Per me che lo seguo da sempre questo è un album magnifico. Non sono le 7 del mattino e sono già all'ultima traccia. Non sono uno che si impressiona facilmtne al primo ascolto, ma questo album è davvero straordinario. La maturità di Masini si riconosce in scelte musicali meno usuali per lui e soprattutto con testi meno drammatici. Restano la profonda umanità e la struggente melodia che lo contraddistinguono da sempre. C'è un sentore di modernità che non stona con il Marco più tradizionale, ritmi più orentati a sonorità dance e il doloroso intervento dei software di correzione vocale che ormai fanno parte di ogni produzione discografica, che fortunatamente non snatura il timbro di questa voce unica. Forse manca quella zampata tragica che era tipica del Masini più classico, ma va bene così, si cresce e anche il dolore diventa più pacato. Le mie tracce sono dalla 7 alla 11, forse le più tradizionali dell'album. Grazie Marco, ci vediamo on the road.
Dall'alto dei suoi 53 anni e di una barba d'altri tempi, Marco Masini (disperato come sempre) porta a Sanremo un pezzo che avrebbe potuto benissimo vincere la Critica. "Spostato di un secondo", il singolo come l'album, è la ricetta giusta per imparare ad amare senza violenza... Musicalmente per la prima volta è accompagnato da tessuti di elettronica movimentata, e la cover "Signor Tenente" (in omaggio all'ormai scomparso G.Faletti) è la giusta close-up ad un album di vita straordinario.
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