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Award National Jewish Book Award - Fiction - 2010
Nationality Letteratura: Israele
A un cerbiatto somiglia il mio amore
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A un cerbiatto somiglia il mio amore - David Grossman - copertina
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A un cerbiatto somiglia il mio amore

Descrizione


Israele, guerra dei Sei Giorni. Avram, Orah e Ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un ospedale di Gerusalemme. I tre ragazzi si uniscono in un'amicizia che si trasformerà, molto tempo dopo, nell'amore e nel matrimonio tra Orah e Ilan. Dopo trentasei anni, Orah è una donna separata, madre di due figli, Adam e Ofer. Quest'ultimo, militare di leva, accetta di partecipare a un'incursione in Cisgiordania. Preda di un oscuro presentimento, Orah decide di abbandonare tutto e partire, per non essere presente quando gli ufficiali dell'esercito verranno a darle la notizia della morte del figlio. Ad accompagnare la donna c'è Avram, ricomparso nella sua vita dopo più di un ventennio. Il loro viaggio diventa occasione di riflessione e di rimpianto, ma anche di gioia e tenera rievocazione. Fino a che arriverà il momento di tornare a fare i conti con il presente che, tutt'intorno, preme inesorabile.
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Dettagli

2009
Tascabile
781 p., Brossura
Ishà borachat mibsorà
9788804592747

Valutazioni e recensioni

GIOVANNA FERRO
Recensioni: 3/5

Una lettura interrotta e ripresa più volte. Una lettura a singhiozzi. Entrare nel vivo di una narrazione non lineare, di rimandi al passato in un presente incerto e lacerante che prospetta un futuro non roseo, richiede uno stato d’animo idoneo. Non lasciarsi travolgere da un flusso di pensieri confusi e preoccupanti richiede la dovuta concentrazione. Essere spettatori delle atrocità della guerra esige coraggio. I protagonisti di un ménage à trois si incontrano nel reparto di isolamento di un piccolo ospedale di Gerusalemme e si ritrovano, dopo diversi anni, in uno scenario ancor più atroce. Orah, reduce dalla separazione da Ilan, affronta un viaggio con Avram. Quel viaggio che aveva pianificato di compiere con il figlio Ofer, ora impegnato in un’incursione in Cisgiordania. Un viaggio vissuto con l’intento di proteggere il figlio dalla guerra, dai suoi presentimenti nefasti. Un viaggio in cui racconta di Ofer ad Avram, affinché questi, vero padre, conosca il figlio che non ha mai voluto conoscere. Un viaggio nel passato, nei ricordi, ma anche una fuga dal presente. Un viaggio incerto. Ofer: una donna forte ma fragile, determinata ma vacillante. Avram: un uomo lacerato nell’anima e nel corpo dalla guerra. Grossman descrive le più disparate sfaccettature dell’animo umano. Narra di un’amicizia che sfocia nell’amore, coesiste e si confonde con esso. Un autore ma, in primis, un padre che ha perso un figlio in guerra. Eppure rimandi espliciti alla morte sono rari. Nelle 780 pagine prevalgono sentimenti positivi: amicizia, amore, generosità, maternità, paternità, speranza, spirito di sacrificio, volontà di costruire.

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SABRINA LANGELLA
Recensioni: 5/5

Libri del genere si riescono a trovare difficilmente perché 'un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi' - è una di quelle storie che non può fare a meno di coinvolgerti emotivamente. Recensirlo è davvero complicato ché le parole 'giuste' le ha usate già l'autore, nessuno meglio di lui poteva riuscirci, è tutto scritto nei minimi dettagli, ogni particolare o minuzia è presente in ogni riga di emozione. In ogni caso ho sempre paura di dire qualcosa a tal proposito perché ho il timore di sciupare, o rovinare ciò che non ha bisogno delle mie sillabe per brillare. Probabilmente il motivo che mi spinge a scrivere è proprio quello di voler 'donare' un frammento di ciò che ho 'sentito' durante la lettura, perché a prescindere dal fatto che questo libro sia già un regalo che qualcuno ha pensato di donarmi, mi fa piacere 'cercare' di affidare a mia volta ciò che mi trascino dentro e dietro, come se fosse il mio 'grazie' a chi ha pensato di scrivere questa meraviglia. In realtà non credo di essermi ancora ripresa, si nota dal modo in cui cerco e provo a comunicare ciò che ho percepito, ma a tal proposito mi sono sempre sentita analfabeta. Sono convinta che ogni sensazione provata sotto pelle non si possa descrivere, però so che corrisponde all'emozione simile a quella che si avverte quando ti piace qualcuno, o quando lo vedi negli occhi per la prima volta, tutto ciò che non si può narrare, qualcosa che non ha nome. Se dovessi 'definirlo' - anche se non mi piace farlo perché non amo i limiti, direi che potrebbe essere concentrato sotto la voce 'amore'. Mi sono rispecchiata tanto nel personaggio di Avram, in questo sentimento talmente forte e costante nei confronti di Orah, che non ha importanza se dovesse trasferirsi in qualsiasi luogo, tanto c'è un fuoco dentro ognuno di noi che non si spegne mai e che ci seguirà ovunque, nulla potrà porre fine a quello che sente fino a consumarlo definitivamente, anche a costo di donare la propria esistenza, riluce in ciò che cova in quell'involucro chiamato vita. Ascolta, tu eri troppo per me, mi toglievi il respiro. Che significa ” troppo ” - domandò Avram sottovoce, cos’è troppo quando si ama?

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SERGIO CORTI
Recensioni: 5/5

La protagonista è una donna che fa un viaggio a piedi dalla Galilea verso Gerusalemme insieme a un vecchio amico, al quale racconta 30 anni di vita. La vita della donna si dispiega agli occhi del lettore, lentamente, perché dapprima c’è solo il suo racconto, poi, attraverso la sua difficoltà a capire la piega che ha preso la sua vita, affiorano gli altri personaggi, non filtrati e il quadro si definisce. Cambia l’immagine della donna: all’inizio sembra essere vittima della scarsa sensibilità dei familiari, tutti uomini, poi si ha l’impressione che il suo temperamento estroverso e generoso sia diventato impermeabile alla sensibilità degli altri, inducendola a comportamenti percepiti come inadeguati e che questo abbia portato un distacco. Il personaggio di Ilan compare nel libro come un fantasma, poi gradualmente risulta aver trasportato un peso immane. Questa mi sembra la struttura del libro, sulla quale si intreccia il paesaggio di Israele, la grande difficoltà di essere ebreo e arabo e bambino in questo paese: colpisce per esempio la disperazione di un bimbo di pochi anni nel realizzare che gli israeliani sono pochi e i paesi nemici molti e molto popolosi, a cui segue la decisione di essere inglese e andare a letto con una chiave inglese. Il libro è costruito con notevole maestria, dato che riesce a essere avvincente e scorrevole per circa 800 pagine, è molto ricco di spunti, io ne ho descritto solo uno, che tuttavia mi sembra di interesse universale: come a volte si perde il contatto con le persone care, senza rendersi conto di come sia successo, senza essere capace di farsene una ragione.

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Conosci l'autore

David Grossman

1954, Gerusalemme

David Grossman è un autore israeliano di romanzi, saggi e letteratura per bambini, ragazzi e adulti, i cui libri sono stati tradotti in numerose lingue. Ha cominciato la sua carriera lavorando in una radio israeliana come corrispondente di un programma per ragazzi. Il suo stile è stato definito «semplice e avvincente»: scrittore impegnato politicamente per trovare una soluzione al conflitto tra arabi e israeliani, è noto in tutto il mondo per i suoi scritti, editi in Italia da Mondadori (se non diversamente specificato). Tra le sue molte opere, ricordiamo i romanzi Vedi alla voce: amore (1998, ripubblicato da Einaudi l'anno successivo), Ci sono bambini a zig-zag (1998), Il libro della grammatica interiore (1999), Che tu sia per me il coltello (2000), Qualcuno...

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