La talpa

La verità è che. Così comincia il romanzo di Le Carrè, ma qui la verità è dopotutto quanto mai effimera. La verità, che in fondo il protagonista, l'anti-Bond, anti-eroe e anti-spia George Smiley non vuole proprio scoprire. Già, perchè Smiley ha sulle spalle il compito più arduo di tutti, scoprire quale tra gli amici di una vita è sempre stato un traditore. Bill il bello, che invade le pagine, o Percy che le infastidisce, o Tobey o Roy, che sembrano sfuggirle. Questo cammino verso la verità Smiley lo compie a occhi sbarrati, e la scrittura profonda e lancinante di Le Carrè riesce a calare perfettamente il lettore nel magma di sospetto che avvolge la vita di questi uomini dei Servizi Segreti inglesi durante la Guerra Fredda. Il lettore parte convinto che questo sarà un thriller vero e proprio, la cui domanda fondamentale è: chi fa il doppio gioco? In realtà mano a mano la nebbia si infittisce, e persino il nome della fantomatica talpa diventa meno importante, meno vitale. Diventa solo, infinitamente, doloroso. Uno scavo profondo dentro un'individualità, dunque, quella sigillata di Smiley, ma non solo. Uno squarcio su vite inutili, ideali grevi, amicizie sbagliate, amori disperati. Per chi vuole fare un confronto, inoltre, notevole l'elegante trasposizione cinematografica di Tomas Alfredson del 2011 con un sincopato Gary Oldman e un immenso Colin Firth.