Il falco maltese

Basta un solo aggettivo per descriverlo: cinico. Il cinismo è la cifra del mondo in questo romanzo, l'unico modo per sopravvivere nel "peggiore dei mondi possibili" dove regnano l'inganno, la forza bruta, l'avidità; dove fiducia, amicizia ed amore sono debolezze non consentite a chi vuole rimanere padrone nel rischioso gioco d'azzardo a cui è ridotta l'esistenza. Sam Spade è in questo l'antesignano di una serie di presunti eroi del cinismo che popolano thriller e noir fino ai nostri giorni: uomini spietati per preservare la loro incolumità - non sono in grado di salvare nessuno -, uomini ancora più spietati con sé stessi per preservare la loro aura di invincibilità - non sono in grado di salvare nemmeno sé stessi -; la "soluzione del caso" conseguita da Sam e dai suoi epigoni non è il trionfo "holmesiano" della ragione sul caos, ma solo la certificazione del fallimento di ogni possibile umanità.

Trama ricca d'azione, dialoghi frizzanti, e poi lui, Sam Spade, uomo di poche parole. Personaggio carismatico, dalla lingua tagliente e dai modi schietti, giganteggia tra le pagine di questo poliziesco dai toni neri, creando l'archetipo di tutti i detective "duri" che verranno dopo di lui. Seminale. Se il libro vi ha conquistato, buttate l'occhio al bellissimo film di John Huston, in cui Bogart diventa icona egli stesso impersonando magnificamente Spade.