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Baciami senza rete. Buone ragioni per sottrarsi alla seduzione digitale
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Baciami senza rete. Buone ragioni per sottrarsi alla seduzione digitale - Paolo Crepet - copertina
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Baciami senza rete. Buone ragioni per sottrarsi alla seduzione digitale

Descrizione



Questo libro nasce da una scritta vista su un muro di Roma: Spegnete Facebook e baciatevi. Fantastica sintesi di un pensiero non conformista.

«Questo libro nasce da una scritta vista su un muro di Roma: Spegnete Facebook e baciatevi. Fantastica sintesi di un pensiero non conformista, un'idea appesa come una cornice in mezzo al fumo degli scappamenti, una finestra abusiva, una sfida all'arrancare quotidiano di milioni di formiche, tra casa e ufficio, tra palestra e centri commerciali, obbligate a connettersi e a essere connesse senza requie, senza pensiero, senza dubbio. Una protesta probabilmente vana, sommersa dalla forzata consapevolezza di poter comunicare solo attraverso la lettura di uno schermo o lo scorrere di parole scarne o di immagini che uno strumento tecnologico può e deve trasmettere senza soluzione di continuità.»

È con queste parole che Paolo Crepet introduce la sua analisi appassionata e libera da pregiudizi della condizione dell'individuo e dei rapporti interpersonali nel mondo digitale e interconnesso in cui oggi tutti viviamo, ma dal quale le giovani generazioni sembrano letteralmente rapite. Quasi che solo attraverso l'uso delle nuove tecnologie e dei social network sentissero di poter interagire, informarsi, far parte di una comunità, in una parola esserci. Ma come sarà, da adulto, un bambino che ha comunicato sempre e soltanto attraverso un device? Che ne sarà della sua abilità nell'utilizzare e sviluppare il proprio apparato sensoriale? Quali cambiamenti interverranno nel suo modo di vivere i sentimenti e le relazioni sociali, nella sua capacità empatica?

Rispondendo a questi cruciali e sempre più stringenti interrogativi che assillano in particolare genitori, insegnanti e educatori dei cosiddetti «nativi digitali», Crepet evita i toni apocalittici e la fin troppo facile demonizzazione del lato oscuro presente in ogni forma di progresso, perché

«questo libro non è un atto di accusa, non è contro qualcosa. Il mio scopo fondamentale è cercare di continuare a discutere sulle conseguenze, volute o indesiderate, del grande cambiamento che le nuove tecnologie digitali stanno imprimendo alla nostra quotidianità. È il tentativo di sottolineare contraddizioni ed effetti collaterali di un nuovo mondo che si presenta non solo come l'ultima e più stupefacente rivoluzione industriale – quella digitale – ma, soprattutto, come una strabiliante e inattesa mutazione antropologica».
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Dettagli

2016
6 settembre 2016
172 p., Brossura
9788804668817
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Indice


Indice

I. «Spegnete Facebook e baciatevi»
II. Non siamo antitecnologici, siamo umani
III. Una gallina sul tetto
IV. I bambini con lo sguardo abbassato
V. Internet ci sta rendendo stupidi?
VI. Un'esistenza anestetizzata
VII. Se la connessione diventa dipendenza
VIII. Una quotidianità fra le «spunte»
IX. Fenomenologia del giovane Mark
X. Il virtuale diventa reale?
XI. Breve elogio dell'imperfezione
XII. Internet delle cose e della libertà: siamo tutti «profilati»
XIII. Tutti a casa?
XIV. La classe operaia va all'inferno
XV. L'impollinazione creativa
XVI. Elogio della lentezza, della pigrizia o della stanchezza?
XVII. È morto il congiuntivo
XVIII. Maleducazione e manipolazione ai tempi dei social network
XIX. Psicologia debole e tecnologie digitali
XX. Precocità sessuale e bullismo nell'era digitale
XXI. Quando la Playstation non è un gioco per ragazzi XXII. Cinguetto, dunque esisto. Nuove identità digitali
XXIII. Istinto di conversazione
XXIV. Una vita istantanea: fine dell'attesa
XXV. Per non concludere

Volumi citati

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 4/5

Un'analisi critica professionale ma resa semplice, comprensibile, e piacevole da leggere anche grazie ai numerosi riferimenti all'esperienza personale (non solo lavorativa, ma anche di vita privata). Tratta numerosi aspetti che girano attorno al fenomeno dello sviluppo delle tecnologie di comunicazione, alcuni di questi necessiterebbero un saggio ad hoc per essere approfonditi, ma è una interessante carrellata che fa riflettere senza scoraggiare o risultare di stampo "conservatore".

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LUANA FUSCO
Recensioni: 4/5

Paolo Crepet analizza un tema attuale e di grande rilievo analizzando l’influenza ed il peso che ha la tecnologia nelle nostre vite, nonché come ha cambiato, sta cambiando e cambierà il nostro modo di comunicare, di rapportarci all’altro e di svolgere tutte quelle attività appartengono al nostro vissuto. Si concentra maggiormente sulle conseguenze già riscontrabili nel nostro quotidiano e nelle quali possiamo tutti facilmente identificarci prendendo atto di una vera e propria ingerenza dei dispositivi digitali e delle piattaforme social, tale da assorbire una porzione importante delle nostre giornate. La lettura è stimolante, interessante e mai noiosa o meramente accademica. Crepet la arricchisce di esperienze personali, di dati concreti, studi condotti in diverse parti del mondo e di contributi autorevoli raccolti nel corso delle sue consulenze e collaborazioni. Rischiamo un appiattimento dell’apparato sensoriale. Il nostro apparato visivo è tarato sull’infinito, e quindi è di notevole entità la porzione di orizzonte alla quale rinunciamo se teniamo sempre gli occhi puntati a trenta centimetri da noi. Lo consiglio vivamente a genitori, adolescenti, giovani adulti. Anzi, francamente auspico che sia letto da molti insegnanti ed educatori e che sia poi spiegato ai bambini e ai giovani ragazzi che corrono il rischio di non saper fronteggiare la pressione del fenomeno tecnologico e di esserne compromessi. Bisogna che tutti comprendano che una dipendenza è sempre dannosa, non importa di che natura sia. Siamo ancora in grado di farci assorbire completamente dalla ammirazione di un’opera pittorica? Di perderci nel dipinto, assorti e concentrati, assaporandone appieno le peculiarità, l’emozione che ci suscita senza affrettarci a catturarne l’immagine sul nostro cellulare, o peggio, a farci un selfie con l’opera in esposizione? La società dell’efficienza tecnologica ci ha abituati a temere la castroneria, la pecca, l’imprecisione. Desideriamo davvero una vita al netto di qualsiasi sbaglio? Oscar Wilde diceva che l’esperienza è il nome che diamo ai nostri errori. Sembra diventato ormai impossibile. Il comportamento social ci risulta più automatico del comportamento sociale. Una maturazione ed una crescita con questi presupposti, è una crescita mutilata. Una non crescita e, spesso, addirittura una regressione. Il saggio non si limita ad una critica tout court del fenomeno tecnologico. Si propone di sensibilizzare ogni essere pensante a restare umano. Dopotutto l’anima e la nostra splendidamente imperfetta natura non passano di moda, non diventano obsolete e non necessitano di aggiornamenti ed app per “funzionare”. Unica pecca: in alcuni tratti, il libro risulta un pò prolisso!

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Conosci l'autore

Paolo Crepet

1951, Torino

Paolo Crepet è psichiatra e sociologo. Oltre all’attività clinica, si dedica alla divulgazione attraverso i suoi libri e i mezzi di comunicazione. È molto conosciuto da un vasto pubblico grazie anche alle tante partecipazioni a trasmissioni televisive in cui viene invitato per le competenze e i pareri professionali.Ha pubblicato molti titoli, tra i quali ricordiamo: Non siamo capaci di ascoltarli (Einaudi 2001), Voi, noi (Einaudi 2003), I figli non crescono più (Einaudi 2005); la raccolta di racconti Naufragi. Storie di confine (Einaudi 1999), La ragione dei sentimenti (Einaudi 2002), Sull'amore (Einaudi 2006), Dove abitano le emozioni (Einaudi 2007) con Mario Botta e Giuseppe Zois, L'autorità perduta (Einaudi 2011), Elogio dell'amicizia (Einaudi 2012),...

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