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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2000
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Sono magici i libri di Banana Yoshimoto, ed Honeymoon lo è ancor di più. Ambientato in un Giappone rurale, Manaka, la protagonista, cresce in simbiosi con la natura del suo giardino e con Hiroshi, suo compagno di giochi che diventerà suo marito. Alla morte del nonno di Hiroshi, al quale quest'ultimo è molto legato, Manaka dovrà crescere ed entrare (finalmente!) nel suo ruolo di moglie stando accanto al marito nei momenti più critici, aiutandolo ad affrontare le situazioni che la vita pone loro dinanzi. Il tutto si svolge in un clima surreale, estremamente delicato, quasi ovattato e "zen", che poi è l'aspetto che più mi piace dei libri della Yoshimoto. Assolutamente consigliato agli amanti del genere.
Manaka e Hiroshi si conoscono dai tempi dell’infanzia poiché le loro case sono una di fianco all’altra. Dapprima diventano compagni di giochi e successivamente marito e moglie. Lei passa le sue giornate a curare il giardino e lui con il suo lavoro part time. Tutto sembra procedere tranquillamente, almeno fino a quando muore il nonno di Hiroshi. Manaka preoccupata per suo marito, lo aiuta a sistemare la casa del defunto nonno sulla quale sembra aleggiare un’ombra sinistra; infatti ben presto la ragazza si troverà a fare i conti con il passato, che sembra riemergere dalla piccola stanza buia e maleodorante dove c’è uno strano altare… In un incastro perfetto tra incubi, premonizioni e realtà, Banana Yoshimoto narra le vicende che ruotano intorno a questi due personaggi: dall’amore di Hiroshi per il cane Olive e le sue continue paranoie, ai sentimenti di Manaka che talvolta sembrano affievolirsi, per poi riaccendersi più forti di prima. Il libro offre diversi spunti di riflessione, soprattutto sul ruolo che gioca la paura nella nostra vita, rivelandosi talvolta una saggia consigliera, mentre altre mette a fuoco verità “scomode” e dolorose seppellite sotto una camelia in giardino. Sicuramente non si tratta di uno dei libri "top" della Yoshimoto, ma la trama è interessante e vale la pena lasciarsi trasportare dal mistero...
“Quando, dovunque io sia, vengo presa dall’inquietudine, nel mio spirito ritorno al giardino. Il giardino è il punto dal quale sono partite le mie sensazioni, lo spazio, eternamente immutabile, dove trovo la misura delle cose”. La protagonista del libro si chiama Manaka, ventitreenne, cresciuta in una casa con un bel giardino a pochi passi da Hiroshi, compagno di giochi, amico intimo e poi marito. Si sposano a diciotto anni, non mutando il loro rapporto fatto di fiducia, complicità e conoscenza reciproca. Manaka trascorre il suo tempo in giardino con il cane mentre Hiroshi prova una strana angoscia che lo porta a vivere momenti di vera crisi. La loro vista apparentemente tranquilla verrà scossa dalla morte del nonno di Hiroshi che porta i due coniugi a scottanti verità. L’amore e l’innocenza dei due giovani so oppone alle turbe dell’animo umano. Questa lettura cade al pennello con le tematiche affrontate nel mio elaborato di tesi. Difatti, tratto l’importanza del giardino e della sua influenza positiva sull’essere umano. L’ambiente esterno incide fortemente sullo sviluppo psicofisico di ogni soggetto. A maggior ragione se quest’ultimo vive un lutto, l’ambiente viene visto come luogo dove canalizzare tutte le frustrazioni e trasformare tutto in energia positiva e produttiva. Dal titolo Honeymoon si comprende da subito che si tratta di una coppia di amanti, “luna di miele” anche se molto differente dal concetto amoroso e pacifico che noi occidentali gli attribuiamo. Questo romanzo della Yoshimoto appare più maturo ed unitario rispetto ai suoi precedenti lavori. Lo stile dei suoi libri appare sempre molto delicato e piacevole nonostante le tematiche affrontate. In maniera minuziosa e leggera, l’autrice tratta il tema dell’amore e della morte, il primo basato su una profonda conoscenza della anime. Non si parla di un amore pieno di passione o carnale ma più di un’unione di anime, di comprensione e di rispetto. Il secondo tema dà vita in un certo senso al rapporto intimo tra i due protagonisti. Struggente e pieno di inquietudine, il rapporto tra Manaka e Hiroshi non è il classico rapporto adolescenziale, sembrano proiettati in una realtà diversa, utopica. Anche in questo caso la Yoshimoto è riuscita a trasmettere al lettore i sentimenti provati dai personaggi utilizzati in quest’opera. Ogni capitolo si concentra su un aspetto del rapporto differente. Ne consiglio la lettura per l’accuratezza e semplicità con le quali l’autrice ha descritto un rapporto tanto difficile da capire agli occhi del lettore. Abbastanza angosciante ma la sua intensità ti entra dentro le ossa. Si riconferma tra gli autori della letteratura giapponese che prediligo, anche se ho apprezzato altri romanzi rispetto a questo.
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