Il sosia

Leggendo recensioni altrui ritrovo questo libro descritto come “Leggero”, “Poco impegnativo”, “noioso e ripetitivo”… A mio dire, questo romanzo giovanile dell’autore tutto meno ha che della leggerezza e della mancanza d’impegno. Storia dalle tinte cupe di un inverno pietroburghese, racconta delle vicissitudini di un piccolo impiegato, il signor Goljàdkin- che l’autore non nasconde sin dall’inizio avere un carattere psicologicamente molto complesso. Questo, da un giorno all’altro, viene messo in crisi sotto tutti i punti di vista della propria quotidianità dalla comparsa di un suo sosia. L’esistenza stessa di questo doppio, sempre in bilico tra il delirio paranoide del protagonista ed una realtà crudelmente surreale, fa sprofondare “l’originale”, in uno stato di ulteriore sofferenza emotiva, facendogli vivere una serie di esperienze negative che lo proveranno fino all’esasperazione più totale. Libro che non consiglio a chi sta vivendo un periodo ricco di stati d’ansia. Per nulla noioso e ripetitivo – forse chi ha scritto il commento si riferisce al modo di esprimersi del protagonista (voluto dall’autore), o alle estenuanti e plurime corse in carrozza attraverso i luoghi del racconto che Goljàdkin effettua per cercare di porre rimedio alla propria situazione.

consigliato

Buon libro, può essere utile per approcciarsi alla letteratura russa in maniera un po' più leggera.