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Anno edizione: 2017
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Anno edizione: 2024
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Di Silvia Avallone avevo già letto Acciaio, anche qui la storia si presenta in un villaggio degradato con tre adolescenti alle prese con problemi più grandi di loro,fa da contorno una coppia altolocata che da anni cercano il tutto per tutto per avere un figlio..il finale è che loro finalmente adotteranno e gli adolescenti avranno fatto una scelta che li segnerà per sempre.
Silvia Avallone mi è piaciuta molto nei due libri precedenti (Acciaio e Marina Bellezza) perchè ha avuto la capacità di raccontare, in maniera molto semplice, i problemi che vivono le persone che si trovano in una particolare condizione sociale, oppure vivono in un luogo che presenta delle problematiche. In questo libro la parte principale del racconto non è tanto la condizione sociale (che fa da sfondo) ma una particolare situazione personale (l'essere in attesa di un bambino o meno) e come i personaggi l'affrontano a seconda delle proprie possibilità economiche/sociali. Non si tratta di un libro entusiasmante come i due precedenti, nei quali c'era un susseguirsi di eventi che alimentavano la curiosità del lettore, in questo è tutto un po' più statico. Nel complesso però è bello, scorrevole, si legge facilmente.
Ho aspettato con ansia il nuovo libro di Silvia Avallone, che già mi aveva emozionato con le travolgenti trame di “Acciaio “ e “Marina Bellezza”. “Da dove la vita è perfetta” non raggiunge forse i livelli dei libri precedenti, ma ne racchiude alcune costanti che rendono la scrittura della Avallone semplice e coinvolgente, profonda e leggera. Come ad esempio i luoghi, che nei suoi libri non sono solo scenari in cui prendono vita le storie, ma sono personaggi loro stessi, hanno una voce propria e un peso narrativo non indifferente, e sono protagonisti delle vicende narrate. In questo caso è Bologna, con l’immancabile periferia grigio cemento sempre presente. Un’altra caratteristica dei suoi romanzi plurivocali è l’illusione di arrivare a conoscere davvero i personaggi nelle loro complessità, accompagnarli nel loro percorso, sentirli vicini, come se fossero nostri amici da sempre.
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