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Limonov - Emmanuel Carrère - copertina
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Limonov

Descrizione


Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: "è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato "che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". La vita di Eduard Limonov, però, è innanzitutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui è fatta la sua anima", Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo...
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Dettagli

1
2012
3 ottobre 2012
356 p., Brossura
9788845927331

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Ritratto di un uomo che sceglie di vivere in direzione ostinata e contraria, Limonov è un romanzo biografico di grande spessore, che unisce la capacità di coinvolgimento emotivo nella descrizione del personaggio Limonov all'analisi critica delle vicende storiche che hanno interessato la Russia e, più in generale, l'Europa orientale negli ultimi decenni, virtù che nel loro complesso conferiscono all'opera un pregio non comune: la compresenza del duplice registro del romanzo (perchè la vita di Limonov è interessante come e più di un romanzo) e del saggio storico-politico. Pesa sul giudizio complessivo una certa disomogeneità tra la prima parte, più centrata sulla figura di Limonov, e la seconda, in cui le vicende storiche sembrano essere più al centro dell'attenzione, quasi come se la storia fosse stata un pretesto per parlare di Limonov nella prima parte e come se, viceversa, fosse stato Limonov il pretesto per parlare delle vicende politiche della Russia post-sovietica nella seconda. L'elemento più interessante nella figura di Limonov, uomo d'azione incapace di godersi qualcosa di compiuto e costantemente alla ricerca di se stesso, è il suo rapporto contraddittorio con gli intellettuali: da un lato le sue velleità poetiche e il suo bisogno di entrare in certi ambienti più o meno colti, dall'altro la sua diffidenza e repulsione nei confronti di chi si limita ad analizzare la realtà senza calarvicisi dentro. E' probabile che proprio nella contrapposizione tra due personaggi così diversi (l'autore, che guarda con un misto di ammirazione ed antipatia alle spericolate ed esagerate vicende del protagonista, non ultime le sue performance sessuali, e Limonov, che quelle vicende le vive respirando la vita a pieni polmoni e senza immaginare che i suoi manoscritti sarebbero finiti un giorno sulla scrivania di un intellettuale "pantofolaio" e poco dedito all'azione, di quelli che lui tanto odiava) sia riposto il segreto di un'opera tanto appassionante e coinvolgente.

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ALBINA FIAMMA
Recensioni: 5/5

Un libro potente, Limonov. Uno di quei libri di cui senti la necessità anche se fa male. Perché leggere la storia di Limonov è come immergersi in acque profonde, buie, pericolose. E' sapere di dovere andare sempre più a fondo prossimi al punto in cui mancherà il fiato e si annasperà nella risalita. Limonov è quell'abisso, quel pozzo nero verso cui per un momento si è attratti, il fascino del male, pronto a ghermirti, a farti male, e lo farà, sicuro che lo farà. Limonov è la storia del novecento russo, è la storia del comunismo e il suo declino, è l'orrore del nuovi oligarchi, è la spietatezza del potere, il silenzio delle democrazie, il romanzo delle disillusioni. E' la guerra e il peccato. E' la salvezza e la sconfitta. E' l'ardore, la passione egocentrica, l'autolesionismo. E' la ribalderia ruffiana, il rifiuto della normalità, l'oblio degli ideali. E' tormento, paura, furore cieco, crudeltà. E' la ricerca della felicità, la fuga da un tempo morto, la frenesia del vivere ad ogni costo, con ogni mezzo, a discapito del debole, persino dell'amico. E' l'amore illogico e l'odio smisurato. Limonov è tutto, è così e persino peggio. Un eroe maledetto da se stesso, così tratteggiato nel libro che va scrivendo giorno dopo giorno; un visionario, un pazzo che ha attraversato mezzo mondo, vissuto mille esperienze e nessuna, lavorato per ricchi e sbandati, rubato le vite degli altri per costruire quella perfetta, la sua. E' stato ovunque si sia fatta la storia, tra attentati e manifestazioni, rivoluzioni e feste, ha letto poesie, amato tante donne, ha usato molti corpi e abusato del suo, ha creduto di poter cambiare il suo paese e lo crede ancora, ha scritto libri scandalosi perché quella era stata la sua vita: uno scandalo, un esempio da dimenticare. Osannato e vilipeso, condannato e idolatrato. Un protagonista mai un comprimario. Ha sposato cause sbagliate e sparato su innocenti, è stato combattente e condannato. Romanziere, saggista, giornalista, sempre, un folle. Ma non si è tirato mai indietro e ha pagato i suoi errori. "Appartengo a quella categoria di persone che non si sentono perdute in nessun luogo. Vado verso gli altri, gli altri vengono verso di me. Le cose si aggiustano naturalmente" Inquietante, aberrante, difficile, una personalità complessa, eppure profondamente onesto nel suo rapportarsi agli ideali di sempre, a quel bisogno assoluto di esistere, emergere, vivere. Quasi una dannazione, ma nel suo fare, c'è la presunzione di poter assistere al trionfo della verità, "perché quelli che mentono hanno paura, lui no". No, "nessuno è capace di amare a quel modo, selvaggiamente, con intransigenza", la propria visione di vita. Al punto di sacrificarle tutto. Limonov è il male e l'idea astratta di bene, al tempo stesso. "E' un individuo magnifico, capace di atti mostruosi". Romanzo, saggio, biografia, cronaca Limonov è un concentrato di adrenalina, uno schiaffo in faccia. Un libro che tutti dovrebbero leggere, per capire se stessi e il mondo intorno a noi.

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Conosci l'autore

Emmanuel Carrère

1957, Parigi

Emmanuel Carrère è scrittore, regista e sceneggiatore francese.Laureato all'Istituto di Studi Politici di Parigi, è figlio di Louis Carrère e della sovietologa e accademica Hélène Carrère d'Encausse figlia di immigrati georgiani che fuggirono la Rivoluzione russa.I suoi esordi sono stati nella critica cineatografica, per «Positif» e «Télérama». Il suo primo libro, Werner Herzog, un saggio, è stato pubblicato nel 1982. Il suo esordio come romanziere risale invece al 1983: è L'amico del giaguaro, pubblicato da Flammarion. Il successivo Bravura (1984, in Italia pubblicato nel 1991 da Marcos y Marcos), invece, è stato pubblicato da POL, editore con il quale da allora non ha più interrotto...

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