Il lato oscuro dell'addio

Il lato oscuro dell'addio è l'ennesima fatica di Connelly che come ha abituato i suo fans non perde un colpo. Nemmeno questo libro ne è da meno. Non sarà un capolavoro come "Il poeta", "la bionda di cemento" e "Debito di sangue" ma fa il suo dovere. La trama principale tratta di un eredità e ci porterà fino al Vietnam: guerra molto cara allo scrittore che ne ha fatto da cardine per l'infanzia del detective Harry Bosch. La seconda trama (negli ultimi libri Connelly spesso mette 2 indagini) invece parla di un assassinio seriale. Abbastanza commovente il finale e solita eccelsa scrittura di Michael Connelly

Harry Bosch proprio non ce la fa a smettere, il poliziotto che è dentro di lui non ne vuole sapere di andare in pensione perché la fuori c'è ancora bisogno della verità e c'è gente che attende giustizia. Così lo ritroviamo che fa sia l'investigatore privato che il poliziotto volontario presso la contea di san Fernando: è stato ingaggiato da un miliardario per scoprire se ha qualche erede legittimo a cui lasciare la sua fortuna ed è impegnato nella ricerca di uno stupratore seriale che sta terrorizzando la cittadina. Nell'ultimo periodo in servizio alla polizia Bosch era sempre nell'occhio del ciclone, erano tutti in attesa di un suo passo falso per poterlo fare fuori e ciò lo portava a stare sempre sul chi va là, adesso è finalmente libero da vincoli e può finalmente agire come meglio crede, anche con un certo disprezzo delle regole. Il libro che viaggia su due fronti, il cold case e il caso attuale, è doppiamente intrigante: è una trama più da giallo che da thriller e questo l'ho apprezzato molto. La scrittura come sempre è fluida e scorrevole, in alcuni tratti assume i contorni di sceneggiatura da film (per esempio il prologo iniziale). Forse un po' sbrigativo il finale ma decisamente un bel libro, d'altronde con Bosch e Connelly è difficile sbagliare.

Mi piacciono i gialli di Connelly, soprattutto quelli con Bosch protagonista. Questo è ben scritto, ha una bella trama e si legge piacevolmente. Trovo Bosch rigoroso ed onesto nella sua “professione” sebbene sia anche critico nei confronti dei suoi superiori. I riferimenti alla guerra del Vietnam sono un interessante di più. Il finale è abbastanza scontato, ma a parer mio quello che conta è lo svolgersi della trama, stimolante. Connely non delude mai, non so a voi ma a me capita che "raziono" il numero di pagine da leggere al giorno in modo da prolungare il piacere di leggere i suoi romanzi. Mai banali, sempre affascinanti e con eccellenti descrizione dei luoghi tanto che pur non essendo mai stato a Los Angeles mi pare di conoscere la città. E poi non avete l'impressione di conoscere personalmente Hanry Bosch?