La zona morta

In questo libro la maestria di Stephen King si respira a trecentosessanta gradi, dalla curatissima caratterizzazione dei personaggi ai temi trattati. King utilizza la componente paranormale della vicenda non per suscitare lo stupore dei lettori, ma per parlare di altro. Di carne al fuoco ce ne è davvero molta. Prima di tutto la storia ha un senso di malinconico, una vera e propria porta sul passato, sui rimpianti e sull’amore perduto o meglio ancora sulla vita che sarebbe potuta essere e invece non è stata. C’è poi il tema del diverso e delle difficoltà cui questo va incontro per integrarsi nella società. Johnny Smith viene licenziato dal lavoro, semplicemente perché viene visto con sospetto dopo esser finito sulla carta stampata bollato quale “profeta” e “veggente”. Le sue visioni vengono giudicate come un qualcosa di demoniaco, in quanto non spiegabili dalla comune scienza, addirittura c’è chi pensa che sia lui stesso a scatenare i pericoli. Dal mio punto di vista è un bellissimo romanzo, una lettura scorrevole senza pause soporifere. Ho apprezzato come King usa la parte parapsicologia non per meravigliare il lettore, né per terrorizzarlo, bensì per scandagliare problematiche che, sotto il filtro e la visione di un “diverso", vanno dalla religione alla politica usando la chiave del destino e come questo influisca sulle vicende di tutti i giorni.

storia avvincente, caratterizzata da un racconto scorrevole in cui si inseriscono personaggi particolari ed "episodi" da togliere il fiato.

uno dei migliori libri che abbia letto fin ora, ti tiene incollato con una suspance molto particolare.