Wild. Una storia selvaggia di avventura e rinascita

La storia di Cheryl, la protagonista, è da un lato il racconto di un viaggio a piedi attraverso gli Stati Uniti, lungo il sentiero del Pacific Crest Trail, dall’altro è il viaggio interiore che viene compiuto attraverso il prima, il durante ed il dopo del viaggio stesso. Cheryl a ventisei anni si ritrova smarrita nella sua vita di tutti i giorni dopo la perdita della madre, il fallimento (mai davvero definitivo) del suo matrimonio ed alcuni eccessi seguiti a queste esperienze. Anche gli incontri lungo il viaggio saranno occasioni per riflettere su se stessa, o anche solo per condividere un po’ del cammino con qualcun altro. Ne emerge secondo me un’anti-eroina dei nostri tempi, una ragazza semplice e forse impreparata ad un’impresa del genere, ma che compie un cammino intimo che la porterà a rafforzarsi, in un’esaltazione non tanto delle sue qualità, o dei suoi punti di forza, quanto invece dell’umanità che appare lampante. Scatta così una normale vicinanza alle vicende della protagonista, forse proprio perché i suoi dubbi e le sue debolezze sono quelle che un lettore può sentire più vicini a sé. Come si può ben intendere, il libro è ovviamente il viaggio più o meno interiore di Cheryl, ma non guastano di sicuro le descrizioni “fotografiche” di paesaggi spettacolari dell’America selvaggia.

Ho letto il libro dopo aver visto il film, in un momento di grave tragedia personale. Lo consiglio a chi vuole leggere una storia di rinascita, a chi sente il bisogno di trovare nuova forza interiore per superare un momento di difficoltà della vita. Le parole curano, Wild mi ha curata.

Questo libro è stato una piacevolissima, splendida sorpresa. Si tratta di un racconto spesso amaro, malinconico, ma che ti tiene lì incollata alle pagine senza lasciarti respiro, anche perchè è una storia vera, la storia dell'autrice stessa e questo ha dato al romanzo un impatto ancora più forte; è la storia di un viaggio lungo quasi duemila chilometri, la storia di un dolore che lacera il cuore e sembra inghiottire tutto il resto, la storia di una giovane donna coraggiosa che decide di affrontare un lungo e difficile percorso per ritrovarsi, per guarire e tornare ad abbracciare la vita, anzichè continuare a fuggire da essa. Cheryl ha poco più di vent'anni quando improvvisamente perde sua madre, punto di riferimento di tutta la famiglia, collante che teneva insieme la sua vita e quella dei suoi fratelli e con la sua scomparsa la sua intera esistenza va in pezzi.Senza più appigli a cui aggrapparsi, Cheryl decide di lasciare tutto e partire alla volta del Pacific Crest Trail, un lunghissimo percorso di trekking che dalle montagne della California la porterà fino all'Oregon, avendo come unica compagnia una meravigliosa e temibile natura selvaggia ed incontaminata. Questa avventura diviene in realtà la metafora del viaggio interiore che la giovane donna fa alla riscoperta di se stessa e che le permetterà, nella più totale solitudine, di guardare in faccia quel dolore che, come il più terribile dei mostri, stava divorando il suo cuore. L'autrice descrive minuziosamente tutti i tratti, le tappe del lungo cammino da lei affrontato e lo fa in maniera tale che il lettore si senta immediatamente catapultato su quelle cime montuose, immerso in quella natura così immensa ed incontaminata alla quale Cheryl affida le sue paure e insicurezze, la sua determinazione, il dolore per i piedi martoriati, lo sconforto delle giornate più nere e difficili e la ferma volontà di portare a termine ciò che ha iniziato. La nostra giovane protagonista ci viene presentata con tutti i suoi pregi e difetti, l'autrice non ha avuto paura di scrivere delle sue fragilità, dei suoi errori,non ha esitato a mostrare al lettore ogni momento di tristezza e sconforto affrontato sulle montagne del PCT, non ha avuto mai timore di mostrarsi spesso debole, fragile e in balia di un'avventura forse troppo più grande di lei e ho molto apprezzato questo aspetto. Allo stesso tempo però emerge netta l'enorme forza di Cheryl, la sua perseveranza, la determinazione nel voler arrivare alla fine del viaggio, l'incredibile audacia nell'affrontare la peggiore delle sue paure: il dolore, un dolore che sembra non lasciarle scampo e dal quale grazie al PCT imparerà a non fuggire più.La sofferenza, il vuoto provocato dalla morte della madre è molto forte nelle pagine del romanzo, la sua presenza silenziosa segue ogni passo di Cheryl e i momenti in cui la ragazza ne ricorda il volto, le parole, l'amore incondizionato, sono stati tra i più commoventi di tutta la storia. Con uno stile di scrittura molto semplice e, allo stesso tempo, estremamente schietto ed incisivo, l'autrice mette a nudo l'animo e il cuore tormentato di una donna, non di una qualsiasi, ma di se stessa e lo fa in un modo così lucido, così sofferto, così chiaro, da lasciarmi davvero a bocca aperta.Questa storia non è mai banale, mai scontata, è vera, reale in una maniera davvero sconcertante e bellissima. Consiglio questo romanzo a tutti coloro che hanno voglia di immergersi in una storia di amore, di rinascita, di coraggio, di paura, di dolore, di riscoperta di sè, che ci insegna ad essere forti anche nei momenti più bui, a credere in noi stessi anche quando la vita rischia di schiacciarci, a perdonare chi ci ha lasciato troppo presto e a prendere quel dolore che ci strazia il cuore per riscoprire invece i ricordi più dolci e farlo diventare così il meno amaro possibile.