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Anno edizione: 2018
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Anno edizione: 2023
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Un libro doloroso, come la sofferenza inflitta o consapevolmente negata. Leggendolo seguiamo i passi di chi si reca verso la trappola costruita apposta per sé, al ritmo di una profezia che si autoavvera. Nel cuore della trama ci imbattiamo in un racconto erotico perverso e magnifico, come sa essere il piacere che scaturisce dalla sensazione del controllo su qualcuno - o di qualcuno su di noi -. Ma che, come le migliori sciagure che siamo noi ad autoinfliggerci assaporandone in anticipo l’amarezza, si tramuterà nell’epitaffio della relazione che si era creduta - o voluta credere - salvifica. Da qualche parte ho letto che gli antichi mozzavano la testa a chi portava cattive notizie. Immaginiamo cosa accade se siamo noi ad autoannunciarci le sventure prima ancora che si verifichino. Inquietudine e insicurezza sono i demoni che dimorano in chi si chiede se per lui “scrivere non voglia dire necessariamente uccidere qualcuno”. Perché non esiste - quantomeno non per tutti - la possibilità di “comprare il biglietto per dare a Dio la possibilità di salvar[c]i”. Ma - questo forse, sì - è alla nostra portata decidere di uscire dalla pancia materna, dove viviamo raggomitolati “nel sonno, nella prostrazione, nel calore, nell’immobilità. Beat[i] e spaventat[i]”, e deliberare che “è arrivato il momento di uscire. Come il paralitico del Vangelo, che ha passato la vita in un letto a lamentarsi inutilmente, finché non è arrivato qualcuno a dirgli: alzati e cammina, e allora lui si alza e cammina”. Un libro da cui non ci si riesce a staccare, come accade con gli incubi, quando una forza maggiore della nostra volontà ci trattiene dall’aprire gli occhi anche quando saremmo liberi di farlo. E il sottofondo in perfetta assonanza è una cupa ninnananna russa.
Libro che interseca la storia di famiglia, della relazione e di un film. La scrittura fluida e coinvolgente trasporta il lettore tra le tre storie e il senso di disperazione dell'autore.
Bello
Recensioni
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