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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2024
Chiunque ami il gusto di letture che non smettono di sorprendere per la loro ricchezza troverà in questo libro suggestioni preziose per accostarle e lasciare che ci parlino, superando con piccoli stratagemmi le difficoltà che pongono.
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Citati riusciva benissimo a parlare di Weltliteratur e incantare, forse perché Citati (l'ultimo premio strega di spessore assegnato) aveva passione e formazione accademica, linguaggio rigoroso e traboccante d'inventiva (il male assoluto; La civiltà letteraria europea sono saggi incredibilmente evocativi). Qui c'è qualcosa di spiazzante, ampia diffusione mediataca, eco dei social, passaparola... il problema è che manca la sostanza. Già il linguaggio approssimativo e vacillante non fa ben sperare dall'inizio, ma proseguendo s'incontra la fiera dei luoghi comuni, un taglia e cuci da wikipedia per le sinossi e notazioni biografiche, qualche citazione da annotazioni personali di lettura (mai contestualizzate a livello strutturale, quindi isole che non comunicano fra di loro). La passione è solo dichiarata in copertina, ma manca in ogni pagina. Riassunti sdruciti delle opere, domande esiziali come "Meglio Tolstoj o Dostoevskij?" (la cui risposta, aggiungendovi anche Cechov, rimbalza da tempo immemore sui social. e forse questo, nonostante la domanda ridicola, è la parte migliore del libro), escursioni dai russi ai Buddenbrook e Kafka per appagare gli intimisti, un po' di scolastica con La Ginestra leopardiana e Manzoni per accontentare i nostalgici, una spolverata di Orwell e Austen per non deludere i lettori sentimentali. Almeno viene citato il Gattopardo, capolavoro purtroppo letto pochissimo al giorno d'oggi. Lasciate perdere questo libro, recuperate piuttosto uno dei classici citati, forse proprio il Gattopardo, ha le stesse pagine, ma un valore immenso per ogni lettore (affermazione che suppongo anche l'autrice non potrà che appoggiare).
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