Gli armadi vuoti
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Un racconto sferzante e di grande originalità di una delle maggiori scrittrici portoghesi del XX secolo. Una storia di donne intrappolate in una devastante società patriarcale, dominata dal cattolicesimo, narrata con grande maestria, con uno sguardo tagliente e un tono apparentemente leggero sotto il quale ribollono decisive questioni identitarie, sociali, politiche.
Sono tutte donne i personaggi di questo libro scritto nel 1966 dalla portoghese Maria Judite de Carvalho, un romanzo di strabiliante attualità di temi e magnetica profondità di analisi: Dora, la protagonista, sua figlia Lisa, la suocera Ana e la zia Júlia. Ci sono sì gli uomini, ma sullo sfondo, determinanti ma fermi come scogli che dividono e uniscono le onde della storia. È donna anche la narratrice, un’osservatrice che riallaccia tempi, eventi, psicologie e retroscena; di lei fin quasi alla fine, fino al precipitare della storia, non si rivela il nome né si presagisce il ruolo che ricopre nella vicenda. Dora Rosário è vedova di Duarte, un individuo indolente e orgoglioso che l’ha lasciata giovane a tirare su la piccola Lisa. La affianca a suo modo la suocera Ana, una signora benestante, forte e razionale, sempre accompagnata da Júlia, perseguitata da accessi improvvisi di follia e di delirio. Ma Dora non vuole né aiuto né comprensione, chiusa com’è nel quieto culto del marito scomparso. Per anni si mantiene con fatica, finché non trova un lavoro in un negozio di antiquariato. Poi, la sera in cui Lisa compie diciassette anni, Dora apprende dalla suocera una rivelazione sorprendente, che sembra scardinare insieme il passato e il futuro: forse l’occasione per non essere «la persona senza età e senza speranza» che la figlia Lisa vede in lei. Gli armadi vuoti è il ritratto di tre generazioni di donne che fronteggiano un mondo plasmato da uomini poco presenti, maschi mediocri ma che hanno il potere di definire le vite di madri, figlie, mogli e amanti. La storia di Dora, così quotidiana e drammatica, fa pensare a Truffaut e a Maria Messina: un’infelicità domestica quasi ascritta al genere femminile, narrata con voce tagliente e un tono apparentemente leggero sotto il quale fervono decisive questioni identitarie, sociali, politiche.
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Anno edizione:2023
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