L'assassino che è in me

Lou Ford, vicesceriffo di una cittadina del Texas, è tutto quello che i cittadini di un piccolo centro abitato si aspettano. Cordiale, pronto ad aiutare il prossimo, perfetto nella sua divisa. Ma dietro questa maschera di apparente intransigenza morale, si apre un abisso di crudeltà e sadismo. Jim Thompson disegna la mente perversa e cinica di Lou facendo parlare il protagonista in prima persona. Ed è forse l'utilizzo della prima persona nella narrazione a rendere il personaggio ancor più inquietante, simbolo del genere noir. Quello che mostra agli altri è falso, quello che davvero pensa e come agisce nel privato è la vera realtà. Ma secondo me, ciò che rende Lou indimenticabile è che, in fondo in fondo, tutti noi abbiamo un Lou Ford dentro che non si palesa agli altri, ma che conosciamo solo noi stessi: siamo reali solo quando stiamo da soli.