Chiamata dall'inferno
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«Mi ha dato nove giorni per scoprire la sua identità. Me ne mancano solo due e non so dove sbattere la testa. Se lo scoprirò, mi ha dato la sua parola che sparirà dalle nostre vite. Ma se non riuscirò, dopo il nono giorno sarò costretta a incontrarlo. Si paleserà ai miei occhi e non ho idea come e con quali intenzioni...» È così che la vita, in apparenza, perfetta di Jessica va in pezzi. Un uomo inizia a chiamarla, a sfidarla, a chiederle di sottoporsi a prove strane e difficili pur di scoprire chi è che la sta tenendo sotto scacco. Avrà solo nove giorni di tempo per capire la sua identità. Nove, come i gironi dell'Inferno di Dante. Lui dice di conoscerla, di sapere tutto di lei; è mosso da uno strano desiderio di punizione e vendetta che Jessica non riesce a capire. E se questo misterioso e pericoloso individuo fosse più vicino di quanto lei pensi? “Chiamata dall'inferno” è un thriller sperimentale (stile breathless) composto solo da dialoghi a scansione diretta - botta e risposta - senza alcun corpo narrativo, nessuna descrizione ecc. Confesso che all'inizio ero un po' scettica su questo modo di strutturare il libro, ma devo dire che leggendolo mi sono ricreduta. L'autrice ha saputo dosare bene gli indizi (ogni “girone” è composto da un indizio importante, con conseguente depistaggio per il lettore), e nonostante la carenza del corpo narrativo, si riesce a visualizzare la storia e l'agire dei personaggi. Sebbene io abbia iniziato ad avere sospetti da un certo punto in poi, è il movente spiegato nella parte finale del testo che porta il lettore a riflettere a lungo sul messaggio, profondo, che voleva trasmettere l'autrice (sì, Elisa, ci hai colpiti e affondati). Ottimo esperimento, libro assolutamente consigliato, e si legge davvero in pochissimo tempo.