Morte a Venezia, film del 1971, risulta essere, nell’ambito dell’intera carriera registica di Luchino Visconti, come uno dei risultati cinematografici maggiormente colmi di poesia e riflessione sul ruolo dell’artista e altri temi legati a questa figura. Tra personaggi “diabolici” che hanno il ruolo di tenere ancorato il musicista von Aschenbach al suo destino impregnato di morte e altre figure che hanno il ruolo di mettere maggiormente in evidenza alcuni aspetti simbolici (come la madre di Tadzio, interpretata da Silvana Mangano, simbolo probabilmente di una felicità famigliare che il protagonista invidia e non può più ormai vivere), questo film ci mette di fronte ad una delle storie più emozionanti della letteratura (il tutto è ispirato infatti all’omonimo romanzo breve del tedesco Thomas Mann) e del cinema del Novecento, nella quale dissidi interiori dell’individuo, drammaticamente alternato tra sensi e spirito, tra moralità e ambiguità dell’arte e della vita, e di conseguenza il suo rapporto con il concretarsi della Bellezza, abbinati al discorso sull’ineluttabilità della venuta della morte, risultano essere i temi portanti di un’opera lacerante e riuscito a tutti i livelli, dove ogni sequenza assume una sua specifica funzione, dove insomma ogni scena non è casuale nella sua utilità diegetica. Uno dei pregi di questo lavoro che bisogna far emergere maggiormente in superficie è la struttura quasi sinfonica di questa pellicola: quest’ultima è infatti composta da diversi elementi, di natura visiva (colonna sonora caratterizzata dal leitmotiv dell’Adagietto della Quinta sinfonia di Gustav Mahler, figura alla quale sono ispirate anche alcune caratteristiche del protagonista) o di stampo visivo (gli sguardi ricorrenti tra il protagonista e il ragazzino polacco Tadzio, simbolo che incarna il concetto supremo di Bellezza), che si rincorrono con una certa regolarità di fondo man mano che la storia va avanti, dando appunto l’impressione che Visconti e i suoi collaboratori abbiano fornito un certo ritmo generale a quest’opera. Senza nulla togliere agli altri collaboratori del regista milanese, importantissimi risultano gli apporti del costumista Piero Tosi e di Pasquale De Santis alla fotagrafia.
Descrizione
Nel 1910 Gustav von Aschenbach, un musicista cinquantenne fisicamente logorato e spiritualmente inquieto, giunge da Monaco a Venezia per un periodo di riposo. Nell'albergo di lusso nel quale alloggia, l'artista incontra un giovanetto polacco dai lineamenti efebici, Tadzio, che ai suoi occhi sembra incarnare quell'ideale di bellezza eterea cui ha tentato faticosamente di dare espressione nelle sue creazioni artistiche. Pur senza conoscerlo nè rivolgergli mai la parola, von Aschenbach sente nascere sempre piu' nel suo cuore sentimenti che vorrebbe reprimere. Nel frattempo un'epidemia di colera invade la città lagunare, von Aschenbach decide di ripartire immediatamente alla volta di Monaco, ma un banale disguido relativo alla spedizione del suo bagaglio lo induce a rinviare momentaneamente la partenza. Sulla spiaggia del Lido incontra ancora una volta Tadzio. Mentre è assorto nella contemplazione del giovane, il maturo artista, stroncato dal suo male, muore.
Recensioni
Totale delle Recensioni
Dettagli
- GenereDrammatico
- Listino:€ 7,99
- Paese:Italia
- Produzione:Warner Home Video
- N. DVD:1
- Data uscita:20/04/2004
- Età cons.:Tutti
- Supporto:DVD film
- Durata:125
- Lingue:Inglese, Italiano
- Sottotitoli:Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo, Tedesco, Italiano Per I Non Udenti, Olandese, Inglese Per I Non Udenti, Arabo, Romeno
- Premi vinti:Cannes Palma D'Oro Vittoria, David Di Donatello Miglior Regia Vittoria
- EAN:7321958288818
Dati tecnici:
(Formato schermo Wide Screen)Dolby Digital Mono- PALArea 2 (Europa/Giappone)
Titolo in lingua originale:
Morte a Venezia