Sex And The City 2 di Michael Patrick King

Per chi arriva dalla visione di tutte le serie, più di una volta, e che è già stata in parte delusa dal primo film, non può che rimanere delusa anche da questo. L'ho trovato molto scontato, forzato nel trovare una trama ed una storia anche dove storia non c'è. Le ragazze non deludono mai, la visione è piacevole comunque, diciamo che si poteva trovare di meglio, sembrano decisamente invecchiate, anche più del normale.

E’ dura arrivare alla fine di questo film e non perché sia un prodotto mal riuscito, tutt’altro: è infatti innegabile l’abile maestria con cui è stato confezionato, l’accuratezza delle riprese, la scenografia affascinante e la bella colonna sonora. Il vero problema del secondo capitolo di Sex and the city è la pesante eredità che si porta dietro, il doversi confrontare con una delle più interessanti serie degli ultimi anni e purtroppo, di questa serie resta ben poco. Si è persa la graffiante ironia delle trame, la simpatia e la freschezza dei personaggi, la piacevole malizia dei dialoghi, le tematiche spesso sfrontate e imbarazzanti, in una parola “tutto”. Sex and the city 2 non ha anima, purtroppo. Restano gli attori e i loro personaggi, con tanti anni in più e altrettanto fascino in meno: Carrie è il fantasma di sé stessa, è diventata fastidiosa, petulante, litigiosa, a tratti insopportabile; Charlotte è sempre più svampita e anche il matrimonio e i due figli non sembrano averle in alcun modo giovato; Samantha, terrorizzata dai suoi 50 anni, è ormai schiava di ormoni e creme pseudo-miracolosi; Miranda è una donna in carriera sempre sul punto di esplodere che trova il suo momento di riscatto quando decide di mandare a quel paese il capo maschilista; Big, per concludere, ha la solita aria da bambinone viziato noncurante delle differenze che esistono fra vita da single e vita di coppia. I personaggi non hanno la maturità dei loro anni, sono fermi ad un tempo imprecisato e hanno perso completamente carisma e credibilità; e come se non bastasse anche la “city” del titolo non c’è più perché l’azione si sposta, per gran parte del film, ad Abu Dhabi. E’ un’occasione persa, questo secondo capitolo di Sex and the city, un mero esercizio commerciale per spremere fino all’ultima goccia il successo della serie televisiva. E dire che di temi interessanti e attuali da far affrontare alle quattro amiche ce ne sarebbero stati tanti, eppure si è preferito svuotare il film di ogni approfondimento per trasformarlo in una enorme passerella (ben fatta, lo ripeterò fino alla noia!) su cui ostentare abiti meravigliosi, gioielli di valore inestimabile, auto da sogno e alberghi da mille e una notte. Troppo poco per il titolo con cui è presentato.