Commemorazione del socio ordinario dell'Ateneo di Venezia nobile cavaliere Antonio Angeloni-Barbiani
In 8 (cm 16 x 23), pp. 45. Dedica autografa alla prima carta bianca. Brossura editoriale con cornice tipografica argento al piatto anteriore. Qualche alone al piatto posteriore. Ricordo di Antonio Angeloni Barbiani, poeta e critico, morto nel 1883. "Uomo fornito di largo censo, fu a sua volta benefico, e colpito da domestici lutti, procuro' dimenticarli cogli studii. Piansero sulla sua tomba Mons. Jacopo Bernardi e l'avv. Vincenzo Mikelli. Questi chiamo' l'Angeloni poeta castigato, scrittore sdegnoso di qualsiasi volgarita' ed esagerazione, e molto dotto nella letteratura. Benedetto Prina... paragona l'Angeloni al Carrer, e dice che in ambedue vi era la stessa delicatezza dell'affetto, la perspicacia del pensiero, e quella dolce malinconia che si insinua fino negli entusiasmi e nelle gioje... Scrisse poi alcune memorie critiche, su Tommaso Campanella, sul Fausto e Margarita, su Alessandro Manzoni e il secondo canto dell'Adelchi. Oltre i mentovati carmi, che sono tutti in versi sciolti, compose eziandio molti sonetti" (De letteratura italiana del secolo decimonono, Palermo, 1840, p. 56).
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In 8 (cm 16 x 23), pp. 45. Dedica autografa alla prima carta bianca. Brossura editoriale con cornice tipografica argento al piatto anteriore. Qualche alone al piatto posteriore. Ricordo di Antonio Angeloni Barbiani, poeta e critico, morto nel 1883. "Uomo fornito di largo censo, fu a sua volta benefico, e colpito da domestici lutti, procuro' dimenticarli cogli studii. Piansero sulla sua tomba Mons. Jacopo Bernardi e l'avv. Vincenzo Mikelli. Questi chiamo' l'Angeloni poeta castigato, scrittore sdegnoso di qualsiasi volgarita' ed esagerazione, e molto dotto nella letteratura. Benedetto Prina... paragona l'Angeloni al Carrer, e dice che in ambedue vi era la stessa delicatezza dell'affetto, la perspicacia del pensiero, e quella dolce malinconia che si insinua fino negli entusiasmi e nelle gioje... Scrisse poi alcune memorie critiche, su Tommaso Campanella, sul Fausto e Margarita, su Alessandro Manzoni e il secondo canto dell'Adelchi. Oltre i mentovati carmi, che sono tutti in versi sciolti, compose eziandio molti sonetti�" (De letteratura italiana del secolo decimonono, Palermo, 1840, p. 56).
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